Stipendio ridotto durante la gravidanza, calciatrice vince la causa

Sara Björk Gunnarsdóttir è una delle calciatrici più famose al mondo e una delle più vincenti della storia. Il suo ultimo successo, però, non l’ha conquistato sul campo, bensì con un’istanza della Fifa. La 32enne, ora in forza alla Juventus, ha militato dal 2020 al 2022 nel Lione, squadra più blasonata d’Europa. Durante la sua parentesi francese, ha portato a termine una gravidanza, durante la quale si è vista decurtare più della metà dello stipendio. Dei 111mila euro previsti dal contratto, Sara Björk ne ha ricevuti solamente 27.427 euro. L’atleta islandese ha vinto la causa contro il club transalpino, che ora dovrà versarle una somma pari a 82.094 euro, ovvero la “parte” mancante del suo compenso durante l’anno della gestazione.

É la stessa calciatrice a comunicare la vittoria tramite i social, nel giorno in cui, per via della scadenza dei termini di un eventuale ricorso, la sentenza è diventata definitiva. “Avevo diritto al mio intero stipendio, questo non può essere contestato nemmeno da un grande club come il Lione. Questo non è solo un business. Riguarda i miei diritti come lavoratrice, come donna ed essere umano. La vittoria è più grande di me. È una garanzia di sicurezza finanziaria per coloro che vogliono avere un figlio durante la propria carriera”, ha spiegato la centrocampista della Juventus Women.

Al tempo della gravidanza, Sara Björk ha ottenuto l’esenzione dalle attività di squadra e si è recata in Islanda, il Paese natale, per stare con la famiglia e ricevere l’assistenza dei suoi medici. Successivamente, si è accorta che tra aprile e giugno il Lione ha smesso di pagarla regolarmente, versandole solo piccole percentuali di stipendio, quando il regolamento Fifa prevede l’erogazione dell’intero salario per tutta la durata della gravidanza, compreso il periodo del congedo di maternità. La calciatrice ha allora sollecitato il Lione, vedendosi rispondere dalla sua squadra che nessuna irregolarità è stata riscontrata nei mancati pagamenti. Quindi Björk ha deciso di rivolgersi alla Federazione, sostenuta dal sindacato FifPro, malgrado il club francese le avesse già fatto sapere che, in caso di avviamento della controversia, in squadra per lei non ci sarebbe stato più spazio.

“Mio figlio ha quasi un anno, ora gioco nella Juventus – ha dichiarato l’atleta dopo aver vinto la causa – e sono molto felice. Ma voglio assicurarmi che nessuno deve mai più passare quello che ho passato io”, ha aggiunto la calciatrice in un articolo pubblicato su The Player’s Tribune. “Voglio che il Lione sappia che, quanto è successo, non può essere considerato accettabile”.

Aggiornato il 19 gennaio 2023 alle ore 17:38