Speculazioni

Dettagli dell’esistenza corrente ma che non scorre anzi l’opposto. Dunque, immaginiamo di dover fare una visita ematologica, tratta come si comprende del sangue, qualcosa non va non va, bisogna indagare, un conoscitore del fenomeno, un medico ematologo, appunto. In questo caso vi è il Servizio sanitario nazionale al quale ciascun cittadino comunicativamente può ricorrere ed ottenere il medico ematologo o qualsivoglia medico. Grande, grande risorsa per gli associati, per chi vive nella società, avere gratuitamente per sempre una consulenza indicativa riguardante la salute di chi la richiede. Inizio delle architetture telefoniche, numero eccetera eccetera, rispondono dall’Italia eccetera eccetera ma se volete esiste il modo di fare da sé eccetera eccetera, altrimenti restare in linea eccetera un operatore vi risponderà appena possibile eccetera musica o un fitto silenzio, finché una voce si presenta, fenomenale, ecco, dice: in cosa posso esserle utile? Dichiarate di: avere una analisi per scoprire com’è il vostro sangue. La voce persona, se è cortese, non sempre, fa attendere qualche istante, anche più di qualche istante, poi, immaginate ancora di aver telefonato ai primi di gennaio e la voce persona vi dice che l’incontro analitico lo avete conquistato a dicembre del 2023. Voi calcolate che tra gennaio e dicembre passa un anno, dover attendere un anno, mentre la vita batte istante per istante, un giorno, un mese, vicende, vicende, e la salute potrebbe svanire, un anno di attesa, troppo lungo da viverlo ignorando che accadrà. O la faccenda esiste, allora si chiude il discorso immediatamente, incontro subito, ma se c’è da sopravvivere un anno, che gioco sarebbe provvedere alla salute? Provvedere alla salute tra un anno! Vogliono scherzare, beffare, ingannare? Se un individuo ha problemi di salute e attendere un anno per sapere come curarli è dissensato, una contraddizione, la salute ha l’urgenza anche contro l’incertezza, l’ansia di sapere, il dubbio è peggiore di una cognizione dolorosa.

Secondo scenario. A taluni è gradito fare spesa, è anche un piacere estetico, vedere una pescheria, i disgraziati pesci tuttavia argentei, dorati, dai colori ancora vivi, riconoscerli, lo spadone slanciato del pesce spada, i ramosi tentacoli del polipo, le festose rosee triglie, il corpulento stupido tonno, a non dire della frutta, delle spugnose verdure, e l’odore del pane sfornato, e poi una investigazione sui prezzi, sull’andamento economico. Era un conforto, la fermezza dei costi. Come tastare il fuoco, oggi! Bruciano, divampano. Un accrescimento della spesa che ha del magico, due, tre volte dal passato. L’energia imbestialita. La guerra da Età del ferro. Non mi convinco. Non mi convinco. Scorgo, colgo la rivalsa dei bottegai che hanno pagato il periodo pandemico delle chiusure ed ora si rifanno sui pensionati e impiegati che avevano stipendi tranquilli durante le chiusure, i grandi produttori e distributori rendono ancora più micidiale la situazione. Ne deriva che i consumatori sono stracciati, la società nega sé stessa quando permette al venditore tale arbitrarietà, prezzi inauditi. Gran parte dei cittadini vive di reddito fisso e non può gravare su altri, non ha possibilità di accrescimento o raramente mentre un negoziante, un produttore possono accrescere. Il cittadino impiegato, pensionato a reddito fisso è svilito, svalorizzato, vittimizzato, l’aumento dei tassi incorona questa deriva, se sventuratamente hai fatto acquisti a debito o vuoi farli. Tra consumi e mutui la sussistenza indietreggia, con effetti ciclopici. Poniamo che hai dato in affitto un tuo negozio, una abitazione, il locatore si trova un locatario in situazione panica, i costi dei consumi e delle energie gravano, che fa il locatario? Non paga il locatore. Un cerchio drammatico, penoso, litigioso. Entriamo nel recinto delle belve senza frusta. I provvedimenti che i governi attuano per favorire un sostegno ai consumatori sono melliflui, nel lungo periodo insostenibili, suscitano indebitamento detonante. Insomma, i riceventi stipendi, pensioni, non possono rifarsi su altri, subiscono un danno insanabile. Se pensioni, stipendi crescono, debito e inflazione sovrastano.

I sostegni statali sono fugaci, inadeguati e crescono il debito, dicevo, e soprattutto non toccano la fonte dei problemi. Una grande fascia di cittadini a reddito fisso è vulnerabilissima, si potrebbe avere un declassamento durevole, la famigerata proletarizzazione del ceto medio impiegatizio, pensionato, e la riduzione a sottoproletariato addirittura di parte della popolazione, con forme assistenziali a debito, insisto, sistemi economici patologici. Vita difficilissima per un numero crescente. Certo, una capacità di sopportazione sarà inevitabile, rinunciare allo stile di vita passato, il che contrasta la voglia di mantenere lo stile di vita passato che sembrava acquisito. Ne sorgeranno tensioni, anche mentali. Ma il punto decisivo è questo: non esiste la minima prospettiva di uscire dalla situazione presente, in specie se continuiamo con le determinazioni odierne: guerra e contesa dei mercati con ostracismi. I risultati, ad oggi, sono sciagurati. Ci stiamo impoverendo. È un fatto. Allora? Bisognerebbe valutare se guerra e barriere al commercio sono causa di questo impoverimento e, nel caso, ristabilire la politica, l’economia. Se la politica ha per fine la capacità di fare il bene del popolo, non abbiamo risultati favorevoli. È un obbligo essere onesti e veritieri con noi stessi: qualcuno suppone realisticamente che sconfiggere la Russia e limitare la potenza produttiva cinese siano scopi raggiungibili senza catastrofe anche nostra? Se ne è convinto, proceda. Ma, sia chiaro: a rischio del popolo del quale si dovrebbe cercare il bene.

Ora accade che proprio coloro i quali legittimamente vogliono proseguire sanzioni e guerra denunciano speculazione contro i cittadini da parte di noi stessi su noi stessi, contro noi stessi. Allora: sanzioni e guerra hanno quale strabiliante risultato la speculazione di noi contro di noi da una parte di noi? Avremmo montato questo palcoscenico per consentire a qualcuno di vendere a maggior costo le energie togliendo dal mercato la Russia, per bloccare le merci della Cina? La guerra è una copertura nobilizzata per consentire la conquista del mercato di una parte dell’Occidente su una parte dell’Occidente? Dio scampi! Se il risultato è questo, e lo è, occorre una revisione dell’intera vicenda. Non possiamo sacrificare i nostri popoli per favorire gli speculatori, oltretutto a dichiarazione di chi è determinato alla guerra ed alle sanzioni, sono proprio loro a dichiarare che vi è speculazione. Ne viene: guerra e sanzioni favoriscono la speculazione di noi su di noi. È una contraddizione da sciogliere. Non possiamo sacrificare il popolo per il vantaggio degli speculatori interni all’Occidente! Un mondo che cessi la guerra ed attivi il commercio planetario è inconcepibile, ci rovinerebbe? Ma se ci stiamo rovinando con la guerra e i divieti commerciali! Se gridiamo che siamo predati dai nostri speculatori! In breve, qualcosa inceppa la logica, combattiamo gli altri ed abbiamo il nemico interno. Combattiamo gli altri e, approfittando gli speculatori speculano quasi volessero la guerra per speculare, impossessarsi del mercato (che sospetto!). Occorre che gli europei ritrovino una loro conquista, il dubbio metodico, riesaminare le decisioni secondo la coerenza logica. Volevamo che una parte delle nostre società impoverisse un’altra parte? Una parte delle nostre colleganze internazionali predominasse sulle altre? Se volevamo questo, abbiamo ottenuto gli scopi. Ma volevamo questo? Così, per esercitare la logica.

Aggiornato il 18 gennaio 2023 alle ore 09:29