La dittatura del regime nazislamico in Iran continua a ledere la libertà, la dignità, la vita di chi si oppone alle ingiustizie esistenti, e persistenti.
Dal 1979, anno simbolico della rivoluzione islamica, l’Iran viola i diritti fondamentali in modo strutturale e capillare, calpesta le libertà civiche nonché socioeconomiche delle donne. Altera e nega le garanzie processuali di base in danno di quei cittadini che contestano il pesante stato di fatto esistente, in danno di coloro che provano ad interfacciarsi oltre il recinto restrittivo concesso dalla nazi-teocrazia islamica, in danno di coloro che vogliono vivere un’esistenza libera e dignitosa, autodeterminata.
Il regime autoritario teocratico agisce quotidianamente e sistematicamente, al di là dei singoli episodi, i quali non costituiscono delle eccezioni ma delle conseguenze di uno status quo che deve essere dichiarato sempre e sempre apertamente come inaccettabile, all’interno della comunità internazionale dei Paesi. La comunità internazionale deve organizzarsi in modo sempre più incisivo per dare precise linee-guida operative agli Stati, affinché si agisca a livello istituzionale e diplomatico per contrastare il regime illibertario dell’Iran. Anche l’Unione europea giuoca un ruolo in questa battaglia di civiltà collettiva internazionale, e tanto si deve fare.
Da settembre 2022 – e già nel corso del 2009 – le iraniane e gli iraniani che si oppongono al regime organizzano manifestazioni antigovernative. La loro voce è importante per affermare, mantenere e curare il modello di Stato di Diritto umano e garantista. Alla loro voce protagonista si uniscono le varie manifestazioni di solidarietà organizzate dalle comunità iraniane in Italia e in altre parti del mondo, con l’appoggio di tutti coloro che sono proattivamente sensibili ed impegnati nel campo delle libertà democratiche internazionali.
In un contesto già ampiamente provato come quello dell’Iran, la goccia che ha fatto traboccare nuovamente il vaso delle proteste è stata la morte in circostanze poco chiarite della ragazza curda 22enne, Mahsa Amini, deceduta tre giorni dopo essere stata arrestata a Teheran perché indossava il velo “in modo non corretto”. Le iraniane e gli iraniani sono scesi in piazza dando inizio ad una nuova stagione di rivolte.
In Iran – occorre sottolinearlo – è presente anche una crisi economica e sociale, oltre che umanitaria, e l’inflazione ha il suo peso negativo sul bilancio delle vite personali.
Il regime tenta di reprimere il dissenso, anche silenziando parzialmente internet, ma si stimano chiaramente tantissime azioni repressive da parte della dittatura, con feriti e morti, esecuzioni e pressioni.
Domenica 8 gennaio, tra le varie città, a Roma e a Torino si sono tenute manifestazioni in segno di grande solidarietà alle donne e agli uomini che in Iran si oppongono alle ingiustizie del regime autoritario islamo-teocratico.
A Roma è partito un corteo alle ore 14 da piazza della Repubblica, con una manifestazione conclusasi a piazza Venezia, dove ci sono stati interventi di esponenti della comunità iraniana a Roma, preoccupati per i propri connazionali che stanno vivendo sulla propria pelle l’ingiusta situazione provocata dalla dittatura illiberale.
Al grido pacifico e convinto di “Donna Vita Libertà” ci siamo ritrovati in tanti, per sostenere attivamente una presa di posizione transnazionale di tutti dalla parte della democrazia, delle libertà fondamentali e della dignità in ogni dove, dalla parte dell’autodeterminazione anti-teocratica ed anti-autoritaria, e quindi dalla parte della cura dei diritti umani individuali e collettivi del popolo iraniano.
La manifestazione di domenica 8 gennaio a Roma è stata una tra le tante iniziative organizzate per sostenere le battaglie dei manifestanti iraniani. E allora continuiamo a strutturare un percorso internazionale, socioculturale nonché istituzionale, allargando il coro, che non è mai un gregge ma un insieme di persone coscienti, sensibili alla causa. Si deve appunto continuare a sostenere la causa anti-autoritaria per affermare un percorso trans-statuale di tipo demolibertario, che riconosca in ogni Paese i valori e le regole comuni di umanità: per affermare lo Stato di Diritto fondato sulle libertà degli individui (da qui il libertario!) all’interno delle collettività, nonché fondato sulle libertà dei popoli fatti di persone (da qui il demo- quale particella politica e sociale irrinunciabile da anteporre al libertario).
Continuiamo a stringerci attivamente al grido disperato e audace di speranza e di battaglia: a “Donna Vita Libertà”, al futuro demolibertario che verrà.
Aggiornato il 11 gennaio 2023 alle ore 13:10