Amare, stimare

Si corrono esperienze, come percossi da frecce incarnate e non estirpate, non estirpabili, a lungo che, con il minimo spostamento, possono colpire la mente, il cuore e uccidere il corpo, lo spirito, non so che altro. Tornare alla coscienza e alla vita: è una valutazione diversa dell’esistenza. Diventiamo orridi nemici degli altri, o indifferenti all’altrui patire, quasi farli pagare delle nostre condizioni, soffro io, soffrite voi! O si rende la tragicità costitutiva della condizione dell’esistenza, per noi e per tutti. O diventiamo estremamente buoni, compassionevolissimi, per noi umani, presi come siamo tra dolore e morte. Sono determinazioni problematiche, mutevoli, ora siamo impietosi, ora dolenti, ora indifferenti, ora abbracciamo i gatti. Una qualche pietà sarebbe indispensabile almeno tra noi esseri umani e verso chi soffrirebbe la non pietà.

Anche persone che non conosciamo, se vivono in mondi somiglianti alle nostre esperienze, un malato comprende un malato, abbandonato in una stanza, risposte dalle analisi, attese angosciate, giorni, settimane, mesi, nessun carcerato è come il carcerato ospedaliero, totalmente in balia, neanche la possibilità di uccidersi, una parola, un’informazione dubbiosa, sbagliata, il precipizio spalancato, diagnosi che che devi ripetere, perché le devi ripetere? Che hanno trovato ancora, ancora? Solo, la solitudine, il connotato ontologico dell’esistenza, puoi stare con gli altri, amicizia, amore, la malattia è tua, in te, personalissima, colpisce te al centro del tuo essere chi sei e ti rode esclusivamente, veleno in mescita nel tuo sangue.

Accade che un malato divenga popolare del suo male, non soltanto in quanto popolare per sue virtù nel fare quel che ha fatto nel suo aver fatto, ma per il modo d’essere malato. Sarà perché ho vissuto la morte anch’io, sarà per il modo con cui il giocatore e operatore direttivo, guida nello sport calcistico, il passo malato di Siniša Mihajlović mi ha preso come fosse amico, e partecipe alla sua determinazione a vivere e morire volendo vivere, essenzialità del malato che si rende giustificato nemico della malattia. Pochi riescono a concepire la forza che necessita per sostenere la risposta di una indagine, analisi, visita, e mesi, mesi, anni di giorni, giorni di ore, ore di minuti e quell’attimo, se la ghigliottina scende o si inceppa!

Essenziale, poter stimare, la società ha indispensabilità di persone stimabili, il valore del singolo, l’individuo, la maniera di affrontare le condizioni dell’esistenza, la libertà della sua volontà, la volontà della sua determinazione, questa è libertà, determinarsi, io in quanto io, il valore che l’ndividuo dà a se sesso, in vita ed in morte. Quando l’individuo si staglia in quanto individuo, un ente soggettivo, non il generico indifferenziato. Questa è la libertà, l’individualità. Il calciatore e regista di calcio Siniša Mihajlović diede valore alla sua singolarità, affrontò la sorte non la subì. Questa è libertà. Il valore del singolo, l’unicità del singolo, la morte di un individuo è, dovrebbe rappresentare una morte universale, il singolo è universale per la sua unicità, con lui muore tutto di lui, il suo universo, se non attingi la coscienza sentita del valore dell’individuo lo si spazza via come un ammasso delle periferie romane fuori dai contenitori, anche.

Invece, ecco l’individuo, il singolo, libero nella sua determinazione di affrontare il dolore, e lo vediamo combattere, come egli decide di combattere, e in quanto coraggioso nella sua libera scelta di combattere, lo ammiriamo, per amore della vita e verso chi la ama sopra la solitudine e la disperazione, e trova chi gli rende onore perché, dicevo, ammirare, stimare fa possibile la società, di individui non ammonticchiati, io e tu. Io e tu. Con Lando Buzzanca questo fu il rapporto. Io ero e sono io, lui era Lando, amici, amici, essere con l’altro ed essere se stessi, la valorizzazione di quanto distingue l’uomo, rispettare l’altro come altro, prendo in conto la tua individualità. Siniša Mihajlović, Lando Buzzanca. Singoli, individui, unici, valore del singolo: presupposti della stima, dell’amicizia, dell’amore, della libertà. Della vita. Della mancanza di vita, quando perdiamo l’altro, che è fuori di noi, ma esisteva per noi appunto perché fuori di noi. La straordinaria connotazione dei viventi, l’altro è altro ma ci attrae. Siamo pianeti umani.

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 16:48