No vax: raffica di sanzioni per gli over 50

Una raffica di sanzioni (nel complesso quasi 2 milioni di euro) che scattano da oggi per chi era tenuto a vaccinarsi contro il Covid e non l’ha fatto. Infatti, sono scaduti i 180 giorni stabiliti per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale. Nel dettaglio, operatori sanitari, professori, forze dell’ordine over 50 dovranno pagare multe quantificabili in 100 euro a testa.

In alcune regioni italiane il “dissenso” è stato più forte. Su tutte il Friuli-Venezia Giulia, poi Calabria e Abruzzo. Tra i territori ritenuti più integerrimi, invece, spuntano il Molise, la Toscana, la Puglia e il Lazio: qui le percentuali di chi si è vaccinato, almeno con due dosi, vanno oltre il 90 per cento nella fascia d’età tra i 50 e i 59 anni.

Una stretta, questa, che giunge nel momento in cui la Corte costituzionale dovrà decidere in merito all’obbligo vaccinale e alla sospensione del lavoro – e della retribuzione – per coloro che non hanno rispettato l’adempimento. Davanti alla Consulta, alcuni No vax hanno alzato la propria voce di protesta, nel nome della libertà di autodeterminazione. Allo stesso tempo, dentro il Palazzo è in corso la maxi-udienza. Gli avvocati hanno sostenuto che i loro assistiti sono stati “privati della possibilità di lavorare e sopravvivere” e “traditi” dallo Stato che, avrebbe così imposto un “ricatto: o ti vaccini o sei fuori dalla società”. In tal modo, hanno detto, sarebbero stati violati i principi fondamentali su cui si fonda la Repubblica – il diritto al lavoro – andando a colpire la loro dignità sociale. Tutto ciò, hanno proseguito, senza dei benefici per la collettività, visto che il vaccino anti-Covid, a loro detta, non avrebbe impedito la diffusione dei contagi.

D’altro canto, la posizione dell’Avvocatura dello Stato è stata chiara: confermare la legittimità dell’obbligo vaccinale per il Covid come misura disposta “nel pieno rispetto degli insegnamenti della Corte costituzionale”, relativamente alle sentenze sui trattamenti sanitari obbligatori. Quindi, lo ha fatto dicendo sì all’obbligo del vaccino, se garantisce un miglioramento della salute dell’individuo e della collettività, se le conseguenze sono tollerabili e se, nell’eventualità di danni ulteriori e non prevedibili, è previsto un equo indennizzo.

Aggiornato il 01 dicembre 2022 alle ore 15:43