Per me, divorziano

Da sempre, almeno nell’essere umanizzati, gli uomini e le donne, ovviamente, hanno creato termini per la loro ascendenza e discendenza, in modo da definirle. Ogni popolo ha forgiato le parole che riteneva perfette, adeguate all’atto più grandioso che possiamo compiere: generare la vita, dare e scorgere la vita nascente, il figlio piccolissimo indifeso, difeso nettamente dai genitori che ne coltivano il germoglio e questo non soltanto tra gli umani, ma anche tra le più feroci belve. E danno valore all’esistenza per salvarne l’esistenza. Gli esseri animati, la parte più dolce generosa e affettuosa la palesano nel guardare i figli ed i figli nel guardare i genitori. Vi è anche l’amore coniugale, ma il bambino è un altro suono dell’amore, ritiene il padre e la madre il tronco di sostegno, ed i genitori vivono l’amore protettivo, una specie morale dell’amore.

Padre, madre, figlio, figlia: termini che sommuoverebbero un rinoceronte messicano (non esiste, ma vale a significare l’onnipotenza dei termini). De profundis, secoli bui, cancellazione, spegni tutto, medioevo con il campanaccio, da oggi i bambini appena appena capaci di parole diranno limpidamente: Genitore Uno, Genitore Due. E l’adottatore che godeva di udirsi chiamare papà o mamma, arbitrario che sia ma riscattate, – le parole, dall’amore paterno e materno reale – al sentirsi denominato Genitore Uno o Genitore Due, si sterilizza l’animo, e fissa il “figlio” come fosse impiegato in una ricevitoria postale, immalinconito di aver tanto voluto sentirsi chiamare padre e madre, perfino sottoponendosi a trasmutazioni endocrino-transgeniche. Genitore Uno, Genitore Due! Lo slancio di un bambino che va incontro e grida festoso: Genitore Uno!

La disumanità, è risaputo, non sta nella barbarie ma nell’indifferenza burocratica, la quale non “sente”; il barbaro sente bestialmente, ma è vivo. Dilemma: chi è il Genitore Uno, chi è il Genitore Due? Attenzione, la faccenda potrebbe suscitare divorzio! Ma certo, comprendiamo, hanno voluto differenziare tali unioni da quelle eterosessuali della famiglia secondo natura. Forse limiteranno la dicitura ai documenti, e in “famiglia” il bambino chiamerà padre e madre ed i “genitori” chiameranno figli i bambini non figli. Ma i documenti scritti sono letti, le parole segnano, codificano, definire un adottatore Genitore Uno, Genitore Due è orrendo. Se mai, limitarsi a “Genitore”, e non sarebbe opportuno perché non vi è generazione. Allora? Credo che era, è preferibile assimilare la situazione all’adozione, il figlio adottato chiama padre e madre chi lo adotta, ed è un dono di umana affezione oltrenaturale. Nel caso di uomo con uomo, donna con donna sarebbe diverso? Ma no! Se si ammettono queste relazioni anche legalmente poi, all’interno della “famiglia”, si determineranno le nominazioni. Ma Genitore Uno, Genitore Due! Inverno! E chi vuol fare il Genitore Due? Per me, divorziano.

Aggiornato il 19 novembre 2022 alle ore 11:32