15 anni senza Guido Nicheli, il “Dogui” dei Vanzina

Sono passati quindici anni da quel 28 ottobre del 2007, quando Guido Nicheli se n’è andato a causa di un ictus fulminante, a 73 anni. La libidine del “sole, whisky e sei in pole position”, la scorrettezza della “mossa del gitano” fino alla fierezza del “via della Spiga-Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi. Alboreto is nothing”. Nicheli, in arte “Dogui”, è stato il caratterista più amato di fine Novecento-inizio anni Duemila dello Stivale. Chiunque sia cresciuto a pane, acqua e cinepanettoni si ricorda e cita a memoria le famose massime di quel ricco imprenditore lombardo, amante del vizio e del lusso, interpretato per quasi trent’anni dall’eterno “giovane dentro” bergamasco.

Orfano di padre dal primo anno della sua vita, nel Secondo dopoguerra si diploma in Odontotecnica e inizia a lavorare nello studio del cugino. Nel frattempo, per arrotondare, fa il rappresentante di liquori nei maggiori night club della Milano da bere, tra cui il Derby Club. Proprio qui conosce i personaggi che lo lanceranno nel mondo dello spettacolo, come Renato Pozzetto, Teo Teocoli e Stefano Vanzina. Proprio con quest’ultimo nasce un duraturo sodalizio, durato per tutta la vita. Eccezzziunale… veramente, Vacanze di Natale (quello vero del 1983), Viuuulentemente mia, Sapore di mare e Yuppies sono alcuni dei successi nati dal connubio dello sceneggiatore con il Dogui.

Guido non è stato mai un protagonista, e probabilmente neanche ambisce al ruolo principale. Lui, infatti, non è un attore, come spesso ci tiene a precisare. Ciononostante, è plausibile che anche grazie ai suoi pochi minuti di scena la maggior parte dei film in cui ha recitato sono diventati dei cult del cinema italiano. Sia chi ha visto in sala le pellicole del Dogui, sia chi – per motivi anagrafici – le ha recuperate più tardi, almeno per un momento, ha voluto vivere come lui.

Il fatto più importante è che Guido Nicheli non faceva il Dogui, lui era il Dogui. “Quando facevo lodontotecnico lavoravo fino a metter via 3mila dollari, poi partivo per un mese: taaaac, 100 dollari a disposizione ogni giorno. New York, Messico, Rio, Spagna”, dichiara l’attore in una delle sue ultime interviste.

Un predestinato del mondo dello spettacolo, che risulta genuino sullo schermo perché di recitare non se ne parla proprio. Il Dogui funzionava perché esisteva, in carne ed ossa. See you later Guido.

Aggiornato il 28 ottobre 2022 alle ore 16:51