Raccontiamo al lettore la “scommessa green”. Ovvero l’accordo speculativo che, nel giro di pochi anni (entro il 2025), pare possa costringerci ad acquistare elettrodomestici nuovi ogni tre anni. Accordo speculativo fortificato dalle attuali restrizioni energetiche e dalle normative europee, che mettono fuori legge autoriparazione, officine, restauro d’utensili e oggetti vari. In un primo momento, si era ipotizzato venisse introdotto l’obbligo di dichiarare la classe energetica e la categoria euro di ogni elettrodomestico all’amministratore di condominio. Ma, grazie ai “contatori intelligenti”, l’intermediazione burocratica dell’amministratore viene oggi superata: saranno gli stessi contatori a staccare la corrente a chi usa elettrodomestici datati e non di ultima generazione. A orchestrare questa rivoluzione, che sconvolgerà la vita di chi ha ridotte possibilità economiche, è l’accordo tra colossi tecnologici industriali, multinazionali informatiche e multinazionali energetiche. I parlamenti non s’opporranno, ci diranno che “è per salvaguardare clima e pianeta”, obbligando i cittadini a cambiare frigorifero, lavatrice, scaldabagno, ferro da stiro. Politiche che vanno ben oltre l’obsolescenza tecnica, instaurando un “piano usuraio” nel rapporto tra produttori e consumatori: la gente così non potrà più opporsi al consumismo. E sembra le associazioni di consumatori possano davvero poco.
L’unico rimedio pare sia stato scoperto da un ingegnere italiano disoccupato (di cui non riveleremo il nome nemmeno sotto tortura) e da gruppo di hacker cinesi con negozi sparsi: ovvero un aggeggio che confonde il programma del contatore intelligente, da collegare alla presa di corrente domestica e su cui inserire la spina elettrica dell’elettrodomestico non più a norma, scongiurando così il distacco energetico. Almeno per il momento pare sia l’unico rimedio (banditesco) per scongiurare la punizione del cenacolo d’ottimati che sta scardinando privacy e diritti di proprietà del cittadino. L’obiettivo dell’accordo non è ristretto certo alla sola Europa, riguarda l’intero Occidente e rientra nell’Agenda Onu 2030: ovvero nel capitolo sulla tracciabilità totale energetica del cittadino. Postulato che s’ispira alla tracciabilità totale partorita dall’Onu quasi trent’anni fa: ricordiamo, in sintesi, che il primo fattore d’inquinamento è antropico (l’uomo), il lavoro umano in qualsiasi maniera s’esplichi è il primo fattore d’inquinamento del pianeta. Anche lavare i panni o scaldare cibo assurgerebbe così a fattore antropico d’inquinamento. Teoria che ha motivato la nascita in Italia (ed anche in altre nazioni dell’Unione europea) del ministero della Transizione ecologica: la priorità è la tracciatura totale del cittadino, nell’attuazione delle misure previste dal “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, braccio armato del progetto sono le società energetiche e d’elettrodomestici. Di fatto, il consumatore che si sottrarrà alla tracciabilità potrà essere multato, sanzionato, perseguito, indagato. Quindi addio al regalare frigoriferi e cucine o auto all’amico con problemi economici: il diritto al riuso e alla riparazione non ci sarà più. E precise saranno le responsabilità per il cittadino che dovrà smaltire in discarica l’elettrodomestico non più a norma.
SPIONAGGIO ELETTRODOMESTICO
Strumento indispensabile per lo spionaggio (nella cosiddetta fase di transizione) è il neonato Recer: sistema informatico di tracciabilità che, non solo digitalizzerà i rifiuti, ma monitorerà ogni nostro bene, perché per legge arriveremo a dichiarare tutte le quantità (frigo, lavatrice, lavastoviglie) allocate nella nostra abitazione. E qui entra in gioco il “contatore intelligente” (in gergo tecnico “smart meter”): dispositivo elettronico, evoluzione del contatore elettrico, che registra il consumo di energia elettrica e, oltre alla fatturazione, comunica al fornitore di energia elettrica il monitoraggio su classe energetica e categoria-euro dei nostri elettrodomestici. I contatori intelligenti consentono la “comunicazione bidirezionale” tra il contatore e il sistema centrale, che riversa dati relativi all’abitazione del cittadino a multinazionali energetiche e colossi elettronici (per esempio, aziende che producono televisori e lavatrici). Un’infrastruttura di misurazione così avanzata (Ami) differisce dalla lettura automatica del contatore (Amr) in quanto consente la comunicazione bidirezionale tra il contatore e il fornitore: ovvero il sistema di sorveglianza energetica collegato alle multinazionali. Le comunicazioni dal contatore alla rete possono essere di due tipi: “wireless” o tramite “connessione cablata” con il vettore della linea di alimentazione (Plc). Quindi, oltre alla “scatoletta pirata”, converrà isolare il contatore con pannelli “anti- wireless”. Ovviamente, l’azienda ci chiederà l’autolettura, e solo un magistrato potrebbe permettere l’accesso alla nostra abitazione per indagini su eventuali scatolette o pannelli per occultare elettrodomestici non a norma: ma vi pare che possano perquisire le case di tutti i cittadini? E chi sarà mai questo magistrato che autorizzerebbe la perquisizione a tappeto? Soprattutto, chi potrà mai permettersi elettrodomestici nuovi ogni tre anni ed auto ogni quattro? Comunque, la comunicazione “wireless” va oltre il “contatore intelligente”, e ci possono spiare anche attraverso i cellulari: infatti il “Wi-Fi” e le reti wireless (reti “mesh wireless” a lungo raggio e bassa potenza) possono rivelare ogni caratteristica delle apparecchiature elettroniche che ci circondano. E allora? Scatoletta cinese alla lavatrice, pannelli al contatore e, soprattutto, spegnere lo smartphone quando facciamo il bucato.
LE VITE DEGLI ALTRI
Questi misuratori intelligenti esistono da anni: gli “smart meter” fanno parte della tecnologia militare che utilizza “sensori in tempo reale” (o quasi in tempo reale), possono da remoto permettere l’interruzione dell’alimentazione e registrare ogni arnese che abbiamo in casa (dalle armi sofisticate al frigorifero, sfuggono vecchie pistole ed arco e frecce). I misuratori vennero utilizzati per la prima volta in Usa e Germania Ovest per monitorare i grandi complessi commerciali e industriali: così veniva sperimentata la lettura automatica. Oggi è stata decretata l’introduzione in larga scala domestica dei contatori intelligenti, approfittando dell’emergenza energetica e bellica, e della strategia di risparmio energetico chiesta dall’agenda “green”. Piccola curiosità è che l’inventore di questa diavoleria è un italiano: un ingegnere siciliano che, nel 1972, mentre lavorava sui Boeing a Caltanissetta sviluppava un sistema di monitoraggio per sensori che utilizzava la trasmissione digitale antincendio con capacità di lettura su un misuratore, un contatore appunto. Il geniale ingegnere inventava anche l’“identificazione automatica tramite linea telefonica”, ora nota come “Id chiamante”, e che permetterebbe tramite cellulare di conoscere la vita dei nostri elettrodomestici. Nel 1974 l’ingegnere siciliano otteneva il brevetto statunitense per la nuova tecnologia. Oggi i display di contatori sempre più aggiornati possono rivelare da quando non rinnoviamo i nostri elettrodomestici. Ovviamente, verranno maggiormente colpiti i consumatori a basso reddito, i più vulnerabili e meno inclini a mettersi in regola con classe euro e categoria energetica.
Ross Anderson (Foundation for Information Policy Research) ha criticato sotto pandemia il programma del Regno Unito sui “contatori intelligenti” asserendo che “è improbabile che riducano il consumo di energia, ma promuovono l’attività di misurazione e promozione degli elettrodomestici”. Anderson ha aggiunto: “L’architettura proposta assicura il costante dominio della misurazione da parte degli operatori del settore energetico, i cui interessi finanziari sono nella vendita di energia ed elettrodomestici”. Anderson ha esortato i ministri britannici a “sopprimere il progetto e non entrare nella privacy dei cittadini, rispettando la libertà di concorrenza delle società energetiche e quella individuale delle famiglie”. Nel marzo 2018, il National audit office (Nao, che sorveglia la spesa pubblica britannica) aveva avviato l’indagine sul programma “contatori intelligenti”, limitando severamente l’intrusione dei colossi privati nella vita privata dei cittadini.
Attualmente, ammontano a qualche centinaia le denunce, e le cause intentate presso le Corti europee, per violazione della “Convenzione europea dei diritti dell’uomo” tramite “strumenti di spionaggio di contabilizzazione domestica”. Non dimentichiamo che i contatori intelligenti espongono l’alimentazione delle case (soprattutto quelle aggiornate all’ultima domotica) agli attacchi informatici, che potrebbero causare interruzioni di corrente ma anche permettere lo spionaggio delle abitudini familiari. Il rapporto di Brian Krebs dell’Fbi ha dimostrato che nel 2009, a Porto Rico, si realizzavano furti d’elettricità su larga scala grazie ai controllori informatici dei contatori intelligenti. L’Fbi aveva scoperto che gli ex dipendenti della compagnia elettrica e della società che produceva i contatori venivano pagati da un gruppo di consumatori per riprogrammare i dispositivi e mostrare risultati errati (oltre a insegnare alle persone come farlo da soli). Quindi si può gabbare il controllore. Ma i “contatori intelligenti” generano anche problemi di salute ai cittadini: la radiazione pulsata a radiofrequenza (Rf) emessa dai “contatori intelligenti wireless” contamina le case spiate, e forse procura metastasi e leucemie.
L’elettricità dovrebbe principalmente essere un servizio, di fatto si sta dimostrando il cavallo di Troia che permette alle multinazionali di amministrarci invece della politica: quest’ultima ha convinto molti ad usare il “110 per cento” per aggiornare casa all’ultima domotica, e di costoro il Grande Fratello saprà tutto.
Aggiornato il 24 settembre 2022 alle ore 10:52