La sperimentazione animale tra etica e compromessi

La sperimentazione animale riveste un aspetto dei rapporti tra umano e non umano, che colloca i principi etici, bioetici e scientifici in antagonismo. La Dichiarazione universale dei diritti dell’animale, proclamata il 15 ottobre 1978 nella sede dell’Unesco a Parigi, si figura come un importante documento, tale che i principi presenti in esso vanno a costituire un punto di rilevante riferimento per tutta la normativa a livello comunitario, ma soprattutto nazionale. Fu il primo passo verso una visione nuova a favore di quello che poteva essere definito un atteggiamento di tipo biocentrico, il quale trovava fondamento nel valore e tutela della vita andando a riformulare e analizzare il rapporto tra uomo e animale.

Per quanto concerne la sperimentazione animale l’articolo 8, del documento sopracitato, dispone che: “La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica, è incompatibile con i diritti dell’animale, sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione. Le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate”.

Tale articolo fa dedurre quanto si abbia la necessità, ancora oggi, di svolgere questa tipologia di ricerca scientifica; spesso si presenta come l’unica modalità valida per avere progressi scientifici soprattutto per quanto riguarda la conoscenza di nuove patologie dell’uomo e le relative cure, ma necessario è l’impegno riguardo la riduzione del dolore e della sofferenza che si reca all’animale. Il compromesso che si va a ricercare è tra lo studio delle patologie umane e la necessità di utilizzare gli animali nelle sperimentazioni, e le conseguenti considerazioni di tipo etico che si vanno a legare all’inevitabile utilizzo di questi animali-esseri senzienti.

Per questo prima che si proceda all’effettuazione di un esperimento è necessario compiere una valutazione che vada a comparare le sofferenze dell’animale, del quale viene previsto il coinvolgimento, e i benefici derivanti per la vita umana. Successivamente deve essere fatta una ulteriore valutazione relativa alla possibilità di servirsi di metodi alternativi che possano infliggere minor sofferenza; da questa concezione si ha l’utilizzo del modello delle 3R: Replacement (Sostituzione), Reduction (Riduzione) e Refinement (Affinamento), come strumento valido, volto ad un trattamento più umano degli animali utilizzati a scopi sperimentali.

Il modello delle 3R, si riferisce a concetti chiave destinati a migliorare, in maniera significativa, la qualità, etica scientifica delle operazioni di ricerca sperimentali, volte a sostituire l’utilizzo degli animali con modalità di sperimentazione dove non sia previsto il loro utilizzo. Il tema della sperimentazione animale pone il problema della liceità sotto il profilo etico, questo considerando i valori che effettivamente esso coinvolge, come la salute umana legata alla vita e al benessere degli animali, tutto ciò collegato al vantaggio dell’uomo nella crescita di conoscenza che può derivare dalla sperimentazione e i limiti dei diritti animali. La normativa che permette l’utilizzo del modello animale rendendo lecito l’uso degli animali nella ricerca scientifica, non rende lecito l’utilizzo di essi come privi di valore e tal proposito sono state previste misure dirette alla loro tutela, anche questa tutela non è né piena né effettiva.

A riguardo il Decreto legislativo 116/1992, che è andato ad attuare la Direttiva 6/609/Cee, contiene numerose norme di tipo restrittivo riguardante l’utilizzo degli animali nella sperimentazione che pongono espressi divieti resi, successivamente, inconsistenti da norme derogatorie. La trattazione dell’argomento relativo la sperimentazione animale è stato da sempre, anche dagli stessi ricercatori, ricoperto da un velo di segretezza questo soprattutto per quel che riguarda l’opinione pubblica, le associazioni animaliste che da sempre si sono battute per sensibilizzare sull’argomento la popolazione spesso inconsapevole di ciò che accade nei laboratori di ricerca dove è previsto l’impiego di animali.

In conclusione, le normative che dettano le regole circa la sperimentazione animale, sono tendenzialmente ignorate, o aggirate; ma questi atteggiamenti rientrano in un quadro più complesso e più articolato, che non vede solo i non umani soggetti passivi al centro di sperimentazioni, ma spesso fungono da cavia, cinicamente, anche coloro che come “specie dominate” su di essi agiscono.

Aggiornato il 29 luglio 2022 alle ore 12:10