Non abbiamo tentativi di decifrazione teorica sul momento sociale ed economico che stiamo sopportando. Ma è necessario che si dia campo a formulazioni interpretative, diversamente avviene quel che accade, professioni di appartenenza (europeisti, atlantisti, filocinesi, filorussi, vaccinisti, svaccinisti), dicotomie di una logica amebica, immune da complessità, e di immediatezza digestiva. Ma difficilmente la realtà si combina in modi così schematizzati, ed è appunto la complessità che impegna o dovrebbe impegnare. Al dunque: dove ci volgiamo, a quale società? Ho scritto che ci orientiamo, anzi già siamo in una società disorientata, “anomica”, con perdita accresciuta di definibilità in ogni espressione, dalla sessualità, all’alimentazione, persino al lavoro, già essenza dell’uomo, e che verrà sostituto dalle macchine intelligenti.

Vi è un altro aspetto cruciale che sta pervenendo alla autocontraddizione, alla indecifrabilità, appunto all’anomia. Pongo la questione: stiamo difendendo le società capitaliste, l’imprenditorialità, la concorrenza, il libero mercato mondiale, i costi comparati, i prezzi stabiliti dalla concorrenza? Il capitalismo “classico” è questo: costi comparati, commercio mondiale, valore secondo il lavoro, prezzi in relazione alla concorrenza e ai costi di produzione. Di tutto questo si sta facendo terra spianata. Dazi, prezzi posti coattivamente, eliminazione della concorrenza, fine dei costi comparati con aree chiuse, riservate. E siffatta alterazione del capitalismo “classico” (Adam Smith e David Ricardo) per difendere le nostre economie, in specie la statunitense, che scorrazzerebbe da e su di noi, al riparo dalla concorrenza russo-cinese.

È la vita! Il rischio inabissante: che i nostri costi crescano rendendo non competitiva l’intera economia pseudocapitalistica occidentale. Un vero regalo. Agli altri. Stiamo suscitando una sconfinata area che attrarrà gran parte del pianeta perché consente scambi vantaggiosi. Il caso dell’India è statuario. Credere di risolvere la faccenda perché si ha o si ritiene questo o quell’uomo politico considerabile fa scena nella resa delle comunicazioni. Si tratta di decidere che forma economica dare al nostro sistema. Al momento è confusionario e nemico di se stesso. E le capacità individuali, posto che vi siano, si scontrerebbero con scelte di sistema esiziali. Che non vengono messe in dubbio! Esiziali, perché è dissennato attuare misure che favoriscono i “rivali” come sta avvenendo. Comunque, la questione andrebbe ragionata. Stiamo sbagliando? No? Si? Forse? 

(*) Nella foto, un ritratto di Adam Smith.

Aggiornato il 20 luglio 2022 alle ore 15:39