L’uomo cosmico

Ciò che sbalordisce al di là di ogni immaginazione e sgomenta che non se ne tenga conto consiste in tale fantasmatica convinzione: l’Occidente sta illudendosi di obbligare l’umanità a rinunciare a commerciare con la Cina e a non acquistare le materie prime russe! Inconcepibile una situazione del genere. E non si tratta di valutare se giuste o meno, se giustificate o meno, piuttosto se realizzabili o non realizzabili. Ed è un’assurdità irrealizzabilissima. Ripeto: non emetto un giudizio di valore, ma semplicemente descrittivo, analitico. La pretesa non è soltanto inattuabile ma creerebbe (crea già) tali scontri sparsi che il pianeta diventerebbe insopportabile. Proprio non sopporterebbe se stesso, non avrebbe la possibilità di procedere, disincagliare la conflittualità, oltretutto permettendo anche a Paesi da taschino di suscitare eventi abnormi rientrando nel Grande Marasma.

Al dunque, come si riesce a pensare che un Paese che si sviluppa e sta cercando di emergere, di dare qualcosa al proprio popolo non acquisti materie prime dalla Russia se sono convenienti (India)? Quale mente in discrete condizioni si spinge a pensarlo? E la stessa Cina, come si fa a pensare che non voglia petrolio, il gas dalla Russia avendone uno scatenato bisogno? Non si tratta di essere globalisti, non globalisti, autarchici, non autarchici, di un’area coerente ideologicamente, oltretutto incoerente, per decenni abbiamo combinato con Russia e Cina. La Cina è, addirittura, un “prodotto” del capitalismo occidentale. Si tratta di realismo, realizzabilità, viabilità. Ci stiamo immettendo in una strada senza uscita per tutti, con un esito terrificante. O si fa la guerra mondiale o moltissime nazioni trasgrediranno questi imperativi occidentali e faranno commercio con la Russia, con la Cina, alla faccia di chi pone divieti.

Il che sta avvenendo, anzi: lo stiamo provocando. Molti Paesi di fronte al nostro calore sanzionatorio non si fidano di noi che potremmo volgerci contro questo o quel Paese pretendendo di ordinarne le scelte. Questa è la verità, questi sono i fatti, creiamo un’immensa area ostile all’Occidente che intende stabilire, impedire alle nazioni che si vogliono sviluppare di avere materie prima della Russia o commerciare con la Cina convenientemente. Offriremmo di meglio? La Cina è totalitaria, la Russia autoritaria, a moltissime nazioni importa il grano e il gas, del resto non è importato anche a noi. Allora, come mai abbiamo “scoperto” tanto esasperatamente che nessuno deve avere rapporti economici con la Russia e con la Cina? Per l’aggressione all’Ucraina? Ma no! Abbiamo scoperto che le nostre economie non reggono la concorrenza russo-cinese, e non reggeranno o dovrebbero reggere lo sviluppo planetario. Il mondo si sta (si stava) sviluppando in ogni parte. Pretendere di controllare si faceva sempre più arduo, impossibile.

Le nazioni avevano connubi adulterini alle spalle dell’Occidente (Stati Uniti, Inghilterra), il quale vorrebbe assegnare le parti del fare e del non fare, minacciosamente. Qualcuno non ha capito: il nostro è il secolo della disobbedienza. Popoli sotterrati ritornano al respiro e allungano le braccia stiracchiandosi. Chi avrebbe immaginato che Cina, India, le civiltà dei millenni, spente, assoggettate, ristabilivano orgoglio e potenza, e la disastrata Russia si ergeva, e la Turchia osava, e l’Egitto tentava, e il Brasile, e l’Africa ribolliva, e Paesi asiatici, e la luna, e le comete, e il vento, il mondo procede e nessuno è in grado di impedirlo. Francamente, seriamente, non incamminiamoci in una direzioni che ha come risultato irrevocabile la guerra.

Il tentativo di controllare Paesi che non intendono essere controllati ha come cammino ultimato il muro contro cui abbattere la fronte, la guerra, il solo modo di imporre quanto molti non vogliono sia loro imposto. È l’era della ribellione. È l’era della disobbedienza. Una disobbedienza evolutiva non eversiva. Alcuni Paesi sono cresciuti. Tornare indietro con sanzioni sembra vano. Tornare indietro con la guerra è possibile. Ma torneremmo indietro tutti. In passato quando i popoli esuberavano, emigravano. Oggi collaboriamo a rendere abitabili altri pianati, i deserti, i mari. Sapete: l’Universo è immane da visitare, da vivere. L’uomo del futuro, il cittadino cosmico. La fusione nucleare ci fornirà l’energiba. Con tali meraviglie perché rendere la morte il nostro scopo da vivi! Non abbiamo scopi vivi per vivi! Sia chiaro, nessuno ci sottometta. Nessuno. Se lo pretende combattere ad ogni costo. Libertà avvinta all’indipendenza.

Aggiornato il 24 giugno 2022 alle ore 20:28