Toga gialla: urina e processi

Quando scappa, scappa. Il posto più consono è il bagno. Ma per qualcuno è l’armadio. Così, dentro a un mobile vengono trovate diverse bottigliette da mezzo litro con all’interno un liquido di colore giallastro. Ovvero urina. Il tutto succede a Catania, più precisamente nel Palazzo di Giustizia, durante l’approdo dei nuovi funzionari dell’Ufficio del processo: nel corso della ricerca degli spazi per i nuovi arrivati, ecco l’arcano. Protagonista della vicenda, a quanto pare, un magistrato che durante il periodo del Covid, per evitare i rischi di “promiscuità” della toilette, avrebbe scambiato l’arredo per una latrina personale.

Inevitabilmente, sono cominciate a girare le voci. Sarebbe pertanto partita l’istruttoria, con il togato che avrebbe ammesso e, inoltre, avrebbe aperto un altro armadio, con dentro ulteriori bottigliette. Questo quanto riportato da La Sicilia: la news non è stata confermata ma nemmeno smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino. In arrivo, forse, un provvedimento disciplinare. Sulla natura del reato, però, c’è da fare chiarezza.

Aggiornato il 23 giugno 2022 alle ore 15:46