È stato presentato nell’Auditorium della Biblioteca Nazionale di Roma – alla presenza delle maggiori autorità dello Stato – il trentaquattresimo Rapporto Italia 2022, risultato dell’annuale percorso di ricerca e di lettura della società italiana realizzato dall’Eurispes. Lo stile elegante del presidente Gian Maria Fara nell’esporre con semplicità i risultati di un lavoro scientifico è stato fondamentale per rendere con chiarezza e puntualità, ancora una volta, l’importanza che la descrizione del mondo italiano come viene offerto con il volume dell’anno in esame.

Il Rapporto è basato tradizionalmente su dicotomie tematiche e quest’anno si è lavorato su conservazione/cambiamento, presenza/assenza, arretratezza/modernità, ordinario/straordinario, moneta/monete, universo/metaverso. Circa mille pagine che dovrebbero essere lette e comprese soprattutto dai nostri politici i quali, nonostante le numerose presenze televisive e gli infiniti dibattiti social, hanno un preoccupante indice di gradimento e fiducia che non raggiunge nemmeno il 30 per cento degli italiani. Tanto per dare il metro della percezione dei cittadini, le Associazioni di volontariato, le Università, la Protezione civile, la Marina militare e la Guardia costiera hanno un consenso sempre superiore al 70 per cento e i Vigili del fuoco raggiungono l’85,8 per cento. Per contro, riguardo al Pnrr il 63,8 per cento degli italiani non crede al corretto utilizzo dei fondi. Forse, mi permetto da cittadino italiano, deputati e senatori dovrebbero rimodulare l’insieme della comunicazione per promuovere meglio il proprio lavoro.

Eppure, si è fieri di essere italiani non solo in tema di sport o di cucina ma anche, con una media dell’80 per cento, c’è orgoglio in caso di riconoscimenti in ambito culturale o musicale. Strano se si considera che un cittadino su quattro non denuncia torti o abusi per sfiducia e il 65,9 per cento non riconosce affidabilità nel sistema giudiziario. Inoltre, quasi la metà, il 44 per cento, ha evitato di curarsi o di accedere a strutture sanitarie per paura di essere contagiato dal Covid-19.

L’apparente coro unanime a sostegno di dietrologie e poteri forti nella creazione e nella diffusione del virus non ha riscontro nelle rilevazioni Eurispes: il 25,7 per cento è convinto che dietro l’evento ci sia qualcuno, il 4,8 per cento che non esiste nessuna vera pandemia e quasi la metà degli italiani confessa che non ha una chiara idea di come questo virus si sia originato. Le motivazioni di chi ritiene il Covid una macchinazione internazionale vanno dal “creare enormi profitti” a “controllare meglio le persone”, da “indebolire le democrazie” a “creare un clima di paura” o “ridurre la popolazione mondiale” fino a “giustificare l’intervento dello Stato in economia”.

Insomma, questo volume raccoglie un vero e proprio composit di tutti noi italiani e i dati ci aiutano a comprendere, ad esempio, quanto il mondo dell’informazione, che ha un indice di fiducia piuttosto basso, più o meno come la politica, non riesca in fin dei conti a rendere un racconto della realtà che sia davvero e pienamente credibile. Quindi, c’è ancora molto su cui lavorare e c’è bisogno di ripartire da quanto di efficace e valido abbiamo già acquisito.

Nelle conclusioni, infatti, il presidente dell’Eurispes ha sostenuto che si deve operare per la costruzione di una “Buona Società” intesa come patto sociale, come coesione della comunità italiana, attuata al di là delle logiche ideologiche o di schieramento per uno sviluppo prossimo fondato sui valori etico-sociali indicati ancora una volta proprio nella nostra Costituzione.

Aggiornato il 27 maggio 2022 alle ore 16:07