Non abituiamoci alla sciatteria delle nostre città

Con la Pasqua sono tornati ad affacciarsi i turisti, non come prima del Covid, ma finalmente si sono tornati a vedere soprattutto nelle città d’arte. A Pasquetta Piazza San Pietro e Via della Conciliazione erano gremite di ottantamila giovani e questo non si vedeva da anni. Sarebbe stato bellissimo ammirarli se solo non avessero lasciato la piazza e tutte le vie circostanti ricoperte di rifiuti di ogni genere, lattine, bottiglie di plastica e cartacce varie. Uno spettacolo indecoroso, tale da fare a pugni con la bellezza dei luoghi e con il messaggio di attenzione alle problematiche ambientali che la Chiesa sta diffondendo da tempo.

Se il comportamento di molti di questi ragazzi è da biasimare, dobbiamo anche dire che, effettivamente, in zona i cestini per i rifiuti sono assenti e non tutti hanno voglia di portare con sé una bottiglia vuota. Diciamolo chiaramente: le città italiane sono sciatte e a questa sciatteria stiamo facendo l’abitudine. È un destino triste per un Paese che ha i centri urbani fra i più belli del mondo. Ci sono i rifiuti abbandonati, ma ci sono anche le scritte sui muri che deturpano addirittura le facciate di edifici storici. Per non parlare dei treni locali, regolarmente imbrattati. Ho fatto un viaggio sulla Circumvesuviana in cui è stato letteralmente impossibile godere del panorama esterno poiché qualcuno aveva ricoperto i vetri di vernice. Non è anche questa una forma di violenza e di sopraffazione?

Qualcuno dirà che ci sono problemi più importanti, ed è certamente vero, ci mancherebbe. Ma è la riprova che ormai consideriamo ineluttabile questa situazione e che siamo rassegnati ad accettare ciò che deturpa. Come se la battaglia contro l’inciviltà non meritasse più di essere combattuta. A Roma da un paio di anni si assiste al fenomeno di immigrati stranieri che puliscono tratti di marciapiedi, lasciando bene in vista quanto ammucchiato con la ramazza, per chiedere offerte ai passanti. È poca cosa vedere alcuni metri finalmente puliti, ma serve a ricordarci che una città pulita è anche più bella e accogliente.

Aggiornato il 20 aprile 2022 alle ore 11:00