Covid, Palù: “Manca ancora verità sull’origine del virus”

“Serve un vaccino italiano e più fondi alla scienza”. Ne è convinto il virologo Giorgio Palù. Secondo il presidente dell’Aifa si registrano ancora “tanti interrogativi sull’origine del Sars-Cov-2, che ha causato l’attuale pandemia. La Cina, dove il virus avrebbe avuto origine, non ha ancora fornito tutte le risposte”. Intervistato dal Corriere della Sera, Palù sottolinea: “Non sappiamo se lo spill-over”, ovvero il salto di specie, “sia stato naturale oppure si sia trattato di un incidente. Non lo sapremo finché i cinesi non romperanno il silenzio”.

“I cinesi – accusa il professore – non hanno voluto consegnare i registri di laboratorio né dato risposte agli inviati dell’Oms”. E poi “non si è trovato l’ospite animale intermedio che avrebbe fatto da ponte tra pipistrello e uomo”. Nella gestione delle future emergenze, per il presidente dell’Aifa, “serve un’organizzazione europea” specifica. “Ora esiste, ma è un ufficio burocratico. Altre pandemie arriveranno”, mette in guardia l’esperto, per il quale serve poi “investire nella scienza” e puntare “sull’industria farmaceutica high-tech”. “Quasi tutti i Paesi europei hanno un vaccino proprio, inglesi, tedeschi, francesi e spagnoli. Noi no”, rileva.

Frattanto, si registrano nuovi dati sul vaccino della Pfizer. Secondo uno studio multicentrico pubblicato sul New England Journal of Medicine e coordinato da esperti del Lurie Children’s Hospital of Chicago, il vaccino ridurrebbe di due terzi le ospedalizzazioni nei bambini colpiti dalla variante Omicron e ridurrebbe il rischio di malattia grave negli adolescenti colpiti sia dalla variante Omicron sia con la Delta. Da quanto sarebbe emerso, nei bambini dai 5 agli 11 anni il vaccino di Pfizer-BioNTech a Rna messaggero (mRNA) ridurrebbe del 68 per cento il rischio di ricovero durante l’ondata dominata da Omicron.

Inoltre l’efficacia del vaccino contro l’ospedalizzazione per Covid-19 negli adolescenti di 12-18 anni sarebbe passata dal 92 per cento quando la variante Delta era dominante (luglio-dicembre 2021) al 40 per cento durante il periodo di prevalenza della variante Omicron. La protezione contro la malattia grave, che richiederebbe supporto respiratorio o altri interventi di terapia intensiva, sarebbe rimasta elevata durante le due ondate: del 96 per cento con Delta e del 79 per cento con Omicron.

“I nostri risultati  – osserva un autore dello studio, Bria Coates – rassicurano che la vaccinazione antiCovid-19 in bambini e adolescenti continua ad avere azione protettiva contro gli esiti più gravi dell’infezione, indipendentemente dalla variante circolante. È difficile predire se il vaccino sarà altrettanto efficace contro la sub-variante di Omicron, ma molto plausibilmente – ha aggiunto – il livello di protezione offerto sarà simile . I nostri risultati rinforzano l’importanza del vaccino e anche della dose booster per gli adolescenti”.

Aggiornato il 19 aprile 2022 alle ore 13:23