Il complesso di Cronos

Dopo l’avvenimento della possibilità della guerra nucleare è cambiato alcunché nelle relazioni tra i popoli in campo bellico, possiamo fare guerra come in passato anche quando si tratta di potenze idonea a scassare il mondo? Dovrebbero esistere motivi estremissimi per raggiungere il conflitto? Certo, non è la minaccia che faremo o ci faranno guerra a obbligarci gli altri o noi alla servitù. Sarebbe a dire che ormai, se un Paese criminale volesse imporre sé basterebbe la minaccia di guerra con l’atomo per avere la terra sotto il tallone. In tal caso, decideremo, se vale rendersi viventi sottomessi o tentare di sopravvivere liberi a rischio di morire. La sola scelta da non fare o vociferare e sconsideratamente ritenere che la condizione dei conflitti nell’era nucleare sia come le precedenti e concepire la guerra atomizzata una guerra comune nei modi del passato. Questa la cornice. Gli Stati Uniti ebbero per nemica o rivale l’Unione Sovietica.

Quando gli Stati Uniti vinsero l’Unione Sovietica la scompaginarono, nazioni riemersero e decisero a chi appartenere, a quale area stringersi, parallelo anche un fenomeno giganteggiante nel tempo, il risveglio delle grandi civiltà antiche che popolosissime e poverissime entravano nella modernità, i cinesi più appariscenti degli indiani, ma entrambi. Civiltà millenarie di sedimentazione culturale dove basta la riacquistata indipendenza ed il passato torna fulgente di orgoglio nazionale. Il capitalismo occidentale vide soltanto l’occasione strabiliante per utilizzare quella estesa manodopera a basso costo e produrre a basso costo, lo sappiamo, la globalizzazione del lavoro, dei capitali e della produzione, soprattutto la Cina con antica esperienza in campo commerciale, ma l’India non è da meno, usò l’intervento esterno per vantaggio interno e accrebbe sé stessa. La Cina clamorosamente, l’India più lentamente in maniera progressiva. Gli Stati Uniti si erano convinti che il mondo ormai apparteneva a loro.

La globalizzazione è una imposizione degli Stati Uniti sugli altri paesi ormai, dopo la fine dell’Unione Sovietica, sottostanti universalmente. Vi fu un brevissimo periodo nel quale parve attuabile l’integrazione della Russia nel sistema economico e politico occidentale. Ma l’Occidente si presentò alla Russia come compratore a basso prezzo (forse oggi tenta il medesimo), l’atteggiamento potenziò il nazionalismo russo e la Russia sfuggi all’Occidente accrescendo la chiusura ortodossa. Il pianeta intanto cambiava dimensioni, la Cina si spaziava, anche, meno, l’India, la Russia alzava la testa, gli Stati Uniti se credevano con l’Unione Sovietica, prima, da soli, dopo, di controllare il pianeta se lo videro scorrere tra le dita. Una potenza è imperiale quando regola l’insieme, gli Stati Uniti non soltanto temono di non controllare l’insieme ma di non controllare neanche l’Europa.

Il gasdotto, persino un gasdotto osano gli europei (la Germania), un gasdotto che aggira l’Ucraina, la quale perde denaro e potere, e l’Ucraina è molto avvinta agli Stati Uniti, quindi il gasdotto sarebbe una sconfitta degli Stati Uniti, un colpevole atto di ribellione indipendentista dell’Europa (Germania). Non basta avere non sotto controllo Cina e Russia anche l’Europa è sfuggente! Per motivi opposti Russia e Stati Uniti esigono il controllo dell’Ucraina. Ne viene la guerra. Una guerra che è mondiale anche se attualmente delimitata. Si tratta di stabilire quale potenza deve sanzionare le altre, obbligarle, imporsi.

La guerra è mondiale in quanto ha scopi planetari. Saranno in grado gli Stati Uniti di imporre a Cina, India, Europa, paesi arabi misure ostili alla Russia o si avrà l’effetto opposto, questa volontà di controllo susciterà svincolamenti più che isolati saranno, relativamente, gli Stati Uniti, i quali avrebbero come estrema ragion di forza perfino e soltanto la guerra mondiale? L’evidente volontà di non giungere ad accordi di pace esige un vincitore. Fino a che punto l’Europa seguirebbe gli Stati Uniti in una guerra mondiale? O si crede che la guerra si svolgerebbe esclusivamente in territorio ucraino o europeo ma non nucleare? O si suppone che Cina, India, Paesi Arabi lasceranno la Russia o che la Russia eliminerà i propri governanti? A chi analizza pertiene la formulazione di ipotesi.

Devo però formulare anche un’opinione. Se gli Stati Uniti nella loro colossale potenza credono sia venuto il momento dopo il quale rischiano la prevalenza di Russia e Cina, non potendosi sostenere neanche con l’ausilio europeo, in quanto l’Europa non crede che gli Stati Uniti possono aiutarla se non nella guerra, se gli Stati Uniti temono di soccombere ed hanno come difesa soltanto la guerra, forse per qualche anno, e non riescono neanche ad essere del tutto, adesso, sostenuti dall’Europa (non tutta ma paesi rilevanti e soprattutto dall’opinione pubblica) nel conflitto con la Russia, potrebbe avvenire il diluvio cosmico.

Ed in certo senso l’aver puntato sulle armi palesa che gli Stati Uniti sono convinti che per continuare ad essere la forza regolatrice del mondo devono ricorrere ad un conflitto di armi. Sono ipotesi talmente annichilenti, che la mente si rifiuta di considerare o considera con irresponsabile aggressività. Sono ipotesi tragiche. Vi è soluzione? Vi è. Dobbiamo scovarla. L’era nucleare obbliga ad un supplemento di volontà di soluzione. Quale? Non pretendere di dominare Uno tutti. Perdere il complesso di Cronos che non voleva far nascere i figli. Ma pare che la Terra sia diventata stretta per sopportare la dilatazione di molte potenze. Eppure è necessario. Una globalizzazione multipla, aree di influenza. Altrimenti, certo, dopo la guerra vi sarebbe spazio. Troppo. Lo spazio dei deserti e dei cimiteri.

Aggiornato il 07 aprile 2022 alle ore 09:48