Altri 50 milioni per i piccoli Comuni svantaggiati

Il 30 marzo è stato ripartito un fondo da 50 milioni di euro, istituito dalla legge di bilancio 2022, tra 1011 Comuni svantaggiati”. Il dossier “Risorse piccoli Comuni svantaggiati” realizzato dal Centro Studi Enti Locali per Adnkronos identifica le caratteristiche di questi centri: meno di 5mila abitanti, popolazione diminuita almeno del 5 per cento tra il 2011 e il 2019, reddito medio pro-capite inferiore di oltre 3mila euro rispetto alla media nazionale e Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) superiore alla media nazionale. Queste risorse si accodano ai 180 milioni di euro assegnati per gli anni 2021-2023 a 1187 Comuni dal Fondo di sostegno ai Comuni marginali.

Risorse da usare per lavori su immobili comunali da concedere in comodato d’uso gratuito per l’apertura di attività commerciali, artigianali o professionali. I fondi possono essere destinati all’avvio di attività commerciali, artigianali e agricole e per chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei Comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell’immobile (massimo 5mila euro a beneficiario). Solo il 12 per cento dei Comuni italiani soddisfa i requisiti per accedere alle sovvenzioni. Queste municipalità sono divise tra 17 regioni e 61 province, il cui reddito medio è di 9046 euro. Le uniche regioni completamente escluse da questa iniziativa sono Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.

La distribuzione delle risorse è proporzionale alla popolazione residente nei Comuni coinvolti. Ciò ha portato il 91 per cento dei fondi al Sud e nelle Isole, che ricevono poco meno di 45,4 milioni di euro. Seguono i 96 enti del Centro, con 4,2 milioni e i 32 Comuni settentrionali che hanno ricevuto 334mila euro. La regione con più paesini in affanno è la Calabria, che con 218 municipalità ha ottenuto più di 11 milioni di euro, 22 per cento del totale. Al secondo posto si trovano Campania e Sicilia, con 185 e 135 Comuni, che hanno avuto oltre 9 milioni di euro ciascuna. Circa 4,7 milioni sono andati ai 108 enti sardi nell’elenco. Gli 83 Comuni abruzzesi e i 69 laziali sono beneficiari, rispettivamente, di 3,1 e 3,5 milioni di euro.

A seguire troviamo: la Basilicata, con 60 Comuni a cui sono andati 3 milioni e 67mila euro, il Molise con 56 (1,8 milioni di euro), la Puglia con 38 (2,3 milioni) e le Marche con 18 (383mila euro). Poi, il Piemonte (13 Comuni e circa 100mila euro), la Liguria (11 Comuni, 154mila euro), Lombardia e Toscana (entrambe con 6 Comuni che si sono visti assegnare, nell’ordine, 40mila e 300mila euro) e l’Umbria (3 Comuni, 83mila euro). In fondo alla “classifica” il Veneto e l’Emilia-Romagna, entrambi con una sola Amministrazione ciascuno: Villanova Marchesana, in provincia di Rovigo, cui sono state destinate circa 27mila euro e Casteldenci, in provincia di Rimini, con 12mila euro.

Da questi dati, oltre a emergere ancora una volta il forte divario tra Nord e Sud Italia, si riscontrano anche squilibri all’interno delle regioni stesse. Per esempio, in Sicilia, approdano al fondo 56 Comuni nel messinese e uno solo nel ragusano. In Campania invece, solo 3 Enti in provincia di Napoli accedono ai 50 milioni stanziati dallo Stato, contro i 54 di Avellino e i 63 di Salerno. Questo scenario si osserva in maniera più o meno incisiva in tutto il Centro-Sud, dove esistono effettivamente delle “sacche” importanti di Comuni svantaggiati, anche a causa dell’emigrazione giovanile (e non) verso Nord.

Aggiornato il 04 aprile 2022 alle ore 16:28