Il contesto che lascia la malvagità libera di esprimersi

A volte il male si nasconde dietro la normalità delle persone. Pensiamo agli aguzzini dei campi di concentramento nazisti o dei gulag sovietici. Chi erano costoro nella vita reale? È incredibile apprendere dalle testimonianze che ci sono pervenute che erano persone normali, padri di famiglia, mariti, artigiani, negozianti, contadini, impiegati e operai. Tutte persone perlopiù anonime, a volte arroganti e rissose, ma non al punto tale di far presagire quello che sarebbero diventate. Può sorprendere, ma a volte le aguzzine erano donne, anche loro dedite a una vita normale, spesso condotta in famiglia.

Come hanno potuto trasformarsi fino a diventare quello che sono diventate? La risposta più probabile è che anche fra le persone che reputiamo innocue si annidano personalità che, se messe nelle condizioni di esercitare un potere malvagio sugli altri, fanno emergere la loro vera natura. Il vicino di casa, il collega d’ufficio, il negoziante o il letturista del gas, in una parola sola chiunque, può disvelare una natura imprevedibile e fuori controllo se il contesto glielo consente.

Proviamo a pensare all’attaccabrighe, a coloro che passano alle mani, al capoufficio che vessa i suoi dipendenti, al caporeparto che gode del potere che ha sui sottoposti, o a coloro che sono privi di empatia e disprezzano il prossimo. Possiamo essere sicuri che tutte queste persone, se messe in condizioni di svelare completamente la loro indole in un conteso come quello del Lager, si sarebbero comportati diversamente dagli aguzzini? Alcuni indizi sul comportamento altrui potrebbero essere emblematici di quale potrebbe essere la loro condotta se solo fossero messe in condizione di esercitare il potere. La storia ce lo insegna.

Aggiornato il 31 marzo 2022 alle ore 11:28