La Nazionale Old Italia ricorda Giovanni Bertini

La Sla, Sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia neurodegenerativa progressiva che attacca le cellule nervose nel cervello e nel midollo spinale, e per la quale non è stata ancora trovata una cura. La Sla, progressivamente, paralizza i muscoli del corpo, poi quelli della deglutizione; infine, toglie al malato la possibilità di comunicare e respirare autonomamente. Non vengono però intaccate le capacità cognitive: la persona resta lucida ma può comunicare solo attraverso il movimento degli occhi.

Ogni anno, in Italia sono 5/7 i casi di Sla ogni 100mila abitanti: negli ultimi tempi questa malattia ha colpito diversi giocatori di calcio, configurandosi quasi – per cause ancora tutte da scoprire – come una “malattia professionale” del settore. Uno studio specifico sui calciatori italiani di Serie A, B e C dell’ultimo sessantennio, realizzato dai ricercatori del celebre istituto “Mario Negri” di Milano, in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità e l’Associazione italiana calciatori, e pubblicato sulla rivista scientifica “Amyotrophic lateral sclerosis and Frontotemporal disease”, ha mostrato infatti che chi gioca a calcio si ammala di Sla due volte di più rispetto al resto della popolazione, con un’insorgenza anticipata, in media, di circa 20 anni.

Di questa malattia è stato vittima, a dicembre 2019, anche Giovanni Bertini, calciatore della Roma, poi della Fiorentina, dell’Ascoli e del Catania, difensore forte fisicamente e dotato di grande personalità. Per ricordarlo a più di due anni dalla scomparsa, la Nazionale Old Italia, composta da giocatori over 50 e che organizza regolarmente incontri a scopo di beneficenza e solidarietà, guidata dall’ex giocatore del Rieti, Andrea Mancinetti, ha allestito a Firenze, presso l’impianto sportivo de La Trave intitolato a Niccolò Galli (alla periferia della città, non lontano dallo storico quartiere dell’Isolotto) un incontro con partite di 30 minuti l’una (con ingresso gratuito a offerta libera), tra due squadre, la A e la B, composte da giocatori dell’Old Italia.

“L’idea d’organizzare un incontro del genere, esattamente un triangolare – ha precisato Andrea Mancinetti – in realtà era dello stesso Giovanni Bertini, che me ne parlò poco tempo prima di morire; e io, che ero suo amico, sono stato felice di realizzare questo suo desiderio: un grande evento di beneficenza che portasse il suo nome, per raccogliere fondi da destinare alle associazioni schierate in prima linea nell’assistenza dei malati di Sla e dei loro familiari. Anche lo storico capitano della Lazio, Pino Wilson, da sempre amico di Giovanni e scomparso da non molto, aveva dato la sua adesione all’evento”.

All’incontro di Firenze erano stati invitati parecchi giocatori, in gran parte amici di Bertini, provenienti da tutta la Penisola, compresi alcuni ex atleti viola (tra cui anche i “mostri sacri” Giancarlo De Sisti e Giancarlo Antognoni) e della Lazio. Diversi, però, tra cui in particolare proprio quelli ex Fiorentina, non hanno mantenuto l’impegno di esserci. Erano presenti, invece, Giancarlo Oddi, giocatore della Lazio ai tempi – primi anni ’70 - di Tommaso Maestrelli, oggi allenatore e opinionista sportivo; e, sempre per i biancocelesti, Alessandro Romano (già difensore o centrocampista), ora allenatore, che ha voluto essere presente benché infortunato. Senza dimenticare Michelangelo Sulfaro, ex Messina, Lazio e Roma.

È stata la Nazionale A a vincere il Memorial Bertini: 2-2 il risultato finale, seguito però dal successo ai rigori: “Un risultato – ha commentato ancora Mancinetti – raggiunto sotto la guida di mister Giancarlo Oddi, che ha saputo stimolare i giocatori e metterli in campo. Molto bene è andato anche il capitano, Luciano Festuccia (78 anni!), che ha fatto la sua parte”.

La Nazionale A era formata da Colaianni, Caprioli, Festuccia, Iovinella, Ursica, Iorio, Romano, Maranzano, Rinaldi, Casadei, Cellini, Tozzi, Agostini, Rinaldi, Crocchianti, con allenatore, appunto, Oddi. La Nazionale B da Villani, Di Ianni, Mancini, Barillà, De Francesco, Figurelli, Rodolfi, Salvatori, Campo, Mancinetti, Ciaramelletti, Priori, Russo; allenatori, Marco Puoti, responsabile organizzativo della Old Italia e Michelangelo Sulfaro.

“Ringrazio – ha continuato Mancinetti – il nostro dirigente Giovanni Buti (nella vita quotidiana, responsabile Uisp per il ciclismo di Firenze e Provincia) e l’artista Dominga Pascali, pittrice e illustratrice di rilievo. Poi tutti coloro che, in questi giorni, hanno partecipato alla raccolta fondi collegata al nostro evento, da destinare interamente all’associazione per la lotta alla Sla “Viva la Vita Onlus”, come gli amici Francesco Monopoli, presidente dell’associazione sportiva “Vintage club Bisceglie” e Natale Parisi, vicepresidente, nonché lo stesso Giovanni Buti”.

All’evento era presente anche la figlia di Giovanni Bertini, Benedetta, giornalista e scrittrice, autrice del libro “Ciao, sono la tua Anima… ti va di parlare?”, che ha raccontato: “In questo viaggio dentro di me ho immaginato di dare una forma, una voce e un’anima alle emozioni e la malattia di mio padre ha avuto un ruolo fondamentale in questo viaggio interiore. Un’esperienza, seppur tragica, che mi ha profondamente trasformato e ha contribuito a farmi vivere la vita in modo diverso, aiutandomi a riscoprire un’emozione che troppo spesso tutti, forse, dimentichiamo nel cassetto: la gratitudine. Ora, non abbiamo chiaramente alcun potere sugli eventi spiacevoli che colpiscono la nostra vita o quella delle persone che amiamo; ma possiamo sempre scegliere come reagire a questi eventi”.

Ho combattuto la partita più difficile della mia vita; ho marcato un avversario che si chiama morte. Al momento della diagnosi mi avevano dato due mesi di vita, ho vissuto quattro anni: chiamatemi Highlander” diceva Giovanni Bertini. Ad aprile, Mancinetti ed altri dirigenti della “Old Italia” partiranno per Cuba, per portare dei kit da gioco a 100 ragazzi di una squadra di calcio locale e partecipare a vari tornei di beneficenza.

Aggiornato il 23 marzo 2022 alle ore 12:17