San Giuseppe, uomo del silenzio

Il 19 marzo è il giorno di San Giuseppe, uno dei santi più amati e venerati. Eppure i Vangeli non ci riportano nessuna parola pronunciata da Giuseppe di Nazaret, come se non avesse mai parlato. Fra gli aspetti importanti della sua figura c’è sicuramente quello del silenzio. È un silenzio però che non deve essere confuso con il mutismo: in San Giuseppe il silenzio è operoso, fatto di ascolto e obbedienza allo Spirito Santo, è un silenzio da cui emerge una forte interiorità. Come ha scritto Sant’Agostino, “nella misura in cui cresce in noi la Parola, diminuiscono le parole”. Pico della Mirandola osservò che l’uomo è l’unica fra le creature che può scegliere quale creatura essere. Sarebbe bello prendere esempio da San Giuseppe, riuscire a recuperare uno spazio di silenzio, una dimensione contemplativa e di riflessione interiore.

Oggi il silenzio contemplativo, che induce alla riflessione, sembra andato perso. Si deve parlare, parlare e parlare, per non sembrare invisibili. Si parla di tutto, di quello che si conosce e di quello che si ignora. E se non c’è nessuno ad ascoltarci abbiamo sempre i social, che ci consentono di intervenire su qualunque argomento. L’importante è evitare il silenzio. Eppure, come diceva il filosofo Blaise Pascal, “tutta l’infelicità degli uomini proviene dal non saper stare tranquilli in una camera”. Perché il pensiero è la nostra vera ricchezza. Abbiamo voltato le spalle al silenzio e alla sua eleganza. Il nostro ego gioisce a strillare, a farci ascoltare a ogni costo. Parlare è certamente un’arte, ma lo è anche il sapere quando è giunto il momento di smettere. San Giuseppe è una figura colossale che deve portare a compimento un progetto divino e che purtuttavia si sa nascondere, sa tacere. Dovremmo riflettere sul suo esempio, almeno nel giorno in cui viene ricordato.

Aggiornato il 18 marzo 2022 alle ore 14:48