La riumanizzazione

Non farei più una distinzione radicale tra società democratiche e società autoritarie, persino totalitarie. Abbiamo visto e vediamo che le società democratiche attuano forme di oscuramento delle libertà sicuramente pari alle società autoritarie e perfino talvolta alle società totalitarie, abbiamo riscoperto l’uso terrificante dei mezzi di comunicazione, i quali possono indurre a dei comportamenti con la reiterazione di certe formule, il nascondimento di altre. Se si dice, poniamo: cittadino, rischi la vita non vaccinandoti! Il cittadino, dopo tanto udire, corre a vaccinarsi, e scopre che i vaccini non rimediano la malattia con immunità assoluta. È un esempio banalissimo di induzione ad un comportamento. La tesi che i mezzi di comunicazione possono determinare l’orientamento anche nelle società democratiche toglie alle società democratiche il carattere democratico, l’individuo è abilmente eterodiretto, persuaso, magari non impiegando la violenza ma una convinzione a mezzo l’uso di cognizioni ben manifestate, falsità, occultamenti.

Il consigliere per la Sicurezza di anni passati negli Stati Uniti, Zbigniew Brzezinski, nel libro: Betweenn two Age, precisò che attraverso una informazione appropriata si poteva determinare l’opinione individuale e pubblica addirittura più e meglio che con mezzi di forza materiale, gli uomini credono di scegliere ed invece sono indotti a scegliere, sono eterodiretti e credono di decidere loro. Lo stiamo vivendo. Ripeto: basta orientare la conoscenza su certe situazioni e negare le altre o disinformare, e il risultato si ottiene. Il popolo ormai è un pubblico, quanto vede e ascolta, gli basta, avviene nei Paesi democratici, che diminuiscono la loro differenza con i Paesi autoritari. Ma ciò che scrivo è un tratto di quel che intendo dire. E intendo dire che la distinzione effettiva tra le società non è più o non soltanto tra società democratiche e società autoritarie e totalitarie ma tra società umanistiche e società transumanistiche, società qualitative e società all’ammasso, insiemi. Poiché le società democratiche con i mezzi di comunicazione possono convincere e perdere il libero convincimento dei cittadini la differenza tra le società va colta, dicevo, in altri elementi: società umanistiche, società transumanistiche.

O pure: società naturali e società transgeniche. Riportare la valutazione non tanto o non solo alle istituzioni ma sul vivere, sul residuo culturale, sull’atteggiamento verso l’arte, verso la qualità, l’aristocrazia dello spirito, l’interiorizzazione sensoriale della natura naturale. In tal senso coglieremo che vi sono analogie, consonanze anche tra Paesi, che, invece, dal punto di vista strettamente istituzionale non si eguagliano ma si avvicinano come società, civiltà, sentimento della vita. In concreto, ostracizzare la Russia è, per l’Europa, una carneficina culturale. Se esiste popolo che risuona di cultura europea è la Russia. È una sciagura per il futuro della civiltà che vi siano incomprensioni “politiche” tra Europa e Russia nel mentre vi è una radicale intersecazione culturale e di stili di vita. Veniamo dalla Grecia, nella quale il primato estetico si impresse eternamente per tutti noi. Certo, anche l’etica, e l’etica è cristiana. Ma l’etica cristiana è un’etica “estetica”, greca. Quadri, statue, templi, musiche, ossia Grecia, il cristianesimo ha ripreso la somma convinzione greca che la religione è ispirazione per l’arte. Il culto del bello, la contemplazione delle immagini, le musiche sacre, le liturgie, società iconografiche.

Se io viaggio in Russia, in Ucraina è il primato dell’arte che esalta, se viaggio in Europa è un percorso di ammirazione estetica, musei strabilianti, palazzi, castelli, borghi, e tutto millenario, tutto velato di storia, tutto memoria, in altre società vi sarà una colossale natura, una poderosa società, ma non c’è il suono della storia, certo, grandiosità, la grandiosità moderna, ammirabilissima ma che rischia di diventare transumana, transgenica, abolitrice radicalmente dell’arte, della storia, del bello, dell’estetico. Uomo eterodiretto, alimentazione innaturale, sessualità trans, babilonismo etnico, troppo laboratorio, e la cultura, ed il sentire, e l’arte? Ma qualcuno si rende conto che stiamo perdendo l’umanità naturale dell’uomo? Lo scopo fondamentale della vita dello spirito: l’arte, sparita quale fine dell’esistenza! L’arte, che raddoppia la vita, le dà “forma”, la fa sentire e la esprime, la fa rivivere, la rende eterna.

Filosofia e arte (e storia e geografia) dovrebbero incidersi fin da bambini per correggere lo schianto di un uomo che non ha più civiltà, che cammina nel passato ignorandolo, che ha ridotto la scienza a tecnica per l’ antinaturale. Bisogna proclamare una crociata di riculturalizzazione storico-estetica-naturalistica. L’uomo è una entità storica, naturale, estetica, filosofica, non una entità per esperimenti transgenici che non hanno radici nella natura e nella storia. Bisogna riqualificare le società. Educazione storico-estetica (e naturalistica). Gli esperimenti transgenici regressivi, anestetici, di soggetti condizionati, videocomandati o geneticamente predisposti possono rovinare anche le società democratiche. Ormai il dilemma è questo: sei ancora per l’umanesimo o per il transumano? Ma chi sei?

Aggiornato il 04 marzo 2022 alle ore 12:42