Come scrive Ilvo Diamanti sul quotidiano “la Repubblica”, siamo ormai arrivati al secondo anniversario di pandemia, cioè sono trascorsi due anni esatti da quando il Covid-19 ha fatto il suo ingresso ufficiale in Italia. Speriamo di uscirne molto presto. Si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. E qual è la priorità che si è data oggi la politica? I conti e l’economia, certo; la questione del gas, ovviamente; le bollette salate, si spera!
Domando, però, per curiosità: a che cosa serve la politica e tutto quanto abbiamo vissuto e vivremo nei prossimi mesi se non sappiamo guardare alle nuove generazioni, ai ragazzi e agli studenti? A che cosa serve la politica se non sa valorizzare, ascoltare e coinvolgere gli adolescenti, i ventenni, i giovani?
Purtroppo, e lo scrivo con malinconia, la stragrande maggioranza dei capi o capetti, leader o front-man politici, non fanno più neppure politica, se non in modo marginale e residuo, perché il Potere egemone si limita e si accontenta di comandare e basta. L’attuale politica politicante, in altre parole, si è ridotta ad essere una becera lotta infantile, povera intellettualmente, molto limitata culturalmente, vuota sul piano umano, egoista sul piano sociale, sorda e cieca sul piano esistenziale. Per ora, ha vinto la paura. Ha vinto il Potere.
Ebbene, a tal proposito, nell’articolo di Diamanti si legge chiaramente che, a distanza di due anni dall’arrivo del Coronavirus, “il senso di inquietudine continui a coinvolgere quasi 7 italiani su 10. In modo molto o abbastanza intenso. E tra questi è più alto nella fascia 18-29 anni”. Capito?
La piccolezza umana del Potere produce spesso soltanto apparenza senza sostanza. Perché il Potere è debole. Perché il Potere è impotente. Non può.
C’è un’urgenza politica, in Italia, che i politici, gli amministratori e i Partiti non hanno ancora compreso. È un’urgenza che, se snobbata e se non affrontata, provocherà disastri irrimediabili per il nostro futuro. Ma è come se il Governo e il Parlamento fossero ciechi. Infatti, c’è una marea di ragazzi che la nostra classe dirigente vede, ma non capisce. Non sa comprendere. Le macerie sono davanti ai nostri occhi, ma i politicanti continuano a camminarci sopra come se nulla fosse. Qui la nave affonda e qualcuno ancora balla o suona nell’orchestrina del Titanic.
Questo accade per tanti e innumerevoli motivi, ma anche perché abbiamo una classe politica spesso inadeguata al proprio ruolo, troppo mediocre e di basso livello. Generalizzo appositamente.
Oggi, in Italia, regna incontrastato l’esercizio del Potere fine a se stesso: affarismi, cupidigia, clientelismi, cinismo, becero pragmatismo, spartizioni di favori e di prebende.
Ma al cuor non si comanda! E i ragazzi parlano con il cuore. Personalmente, infatti, condanno e stigmatizzo ogni forma di violenza compiuta da parte di alcuni e non mi piace chi utilizza lo scontro fisico per rivendicare le proprie ragioni. Insomma, condanno qualsivoglia comportamento distruttivo e facinoroso da parte di alcuni singoli estremisti.
I ragazzi e i ventenni ci stanno dicendo tantissimo di loro. Ci stanno parlando in mille maniere, gli studenti di oggi, ma non si esprimono soltanto con le parole o con le manifestazioni e i cortei, quanto – piuttosto – con gli sguardi, con i gesti, con le proprie ansie e paure, con i tanti disagi, con i silenzi, con il corpo, con l’introspezione, con la rabbia. Lo stanno dicendo in mille modi, ma i nostri politicanti non lo capiscono, si ostinano a non capire e, ancor peggio, continuano a non capirli. Se ne fregano! Ebbene, io sto con loro, sto con i ragazzi, in gli adolescenti e con i ventenni. Sto dalla loro parte. Perché ho capito. Perché hanno subito un danno enorme e l’articolo di Ilvo Diamanti lo dimostra con i numeri alla mano. Ascoltiamoli.
Aggiornato il 21 febbraio 2022 alle ore 13:23