Da molti giorni è partito il concerto informativo sulla Giornata della memoria. Sono stati eventi indegni e mostruosi quelli che hanno provocato lo sterminio del popolo ebraico, non si discute. Per razionalizzare e rendere più efficienti le procedure di “gassificazione massiva” dei prigionieri i germanici acquistarono computer e schede perforate dalla Ibm residente nei democratici Stati Uniti d’America attraverso canali della Svizzera neutrale! (*)
Una conferma che il denaro non puzza. Tuttavia, esistono genocidi immensi che sono stati volutamente e scientificamente rimossi perché eseguiti dalle potenze coloniali o dalle potenze vincitrici che – come ben sappiamo – scrivono la storia descrivendo o omettendo i fatti a loro piacimento ... “Ad usum delphini”. Si tratta di stermini ignobili che devono necessariamente essere ricordati, Si tratta di eliminazioni di dimensioni decine di volte superiori a quelle dei lager nazisti. La vulgata prevalente afferma che quello tedesco è stato il più atroce. Si tratta di un’affermazione infondata! Tutti i genocidi sono stati realizzati con pari ferocia e crudeltà.
Le atrocità sono l’unico elemento democraticamente ed equamente distribuito in tutte le eliminazioni si masse di umani! In occasione del Giornata della memoria, da parte degli operatori culturali, delle catene di informazione (corretta), dai governi democratici, sarebbe opportuno pubblicare e diffondere una ampia ed articolata riflessione ed anche una sequenza coordinata di articoli, di studi e di Convegni dedicati a questi luttuosi eventi storici allo scopo di dare memoria a coloro che hanno sofferto in pari misura subendo torture e la perdita della propria vita. Gli studi, gli articoli ed i Convegni dovrebbero ricordare:
– i milioni di civili uccisi in due secoli dagli inglesi ad edificazione del Commonwealth, di cui, non esiste ancora oggi una attendibile contabilità,
– i genocidi di Pol Pot, che ha eliminato il 37 per cento della popolazione,
– il genocidio del Ruanda,
– la strage belga in Congo per oltre un milione di umani,
– le stragi per mano americana nelle Filippine e in Indonesia negli anni Cinquanta-Settanta,
– gli orrori della guerra di Corea, un Paese diviso e affamato per oltre la metà dei suoi abitanti,
– i 7 milioni di armeni macellati,
– il silenzioso sterminio dei palestinesi, di cui – volutamente – non esiste un conto preciso,
– milioni di bambine uccise in culla dal regime maoista dal Grande Balzo in avanti in poi. Eliminate perché inadatte ai lavori pesanti. Lo squilibrio conseguente dei sessi costrinse i cinesi ad effettuare scorribande nei Paesi del sudest asiatico e ai confini indiani per rapire le donne,
– i 75 milioni di civili russi sterminati da Stalin con il sistema dei Gulag, con il metodo dei rastrellamenti improvvisi per seminare terrore immotivato,
– i 12 milioni di civili uccisi dai 26 conflitti regionali e dalle cosiddette “rivoluzioni colorate” provocati dal Nobel per la pace Barack Obama.
Purtroppo, l’elenco delle atrocità è incompleto. Nessuno ne vuole parlare, nemmeno El Pampero impegnato a discettare di sbarchi e di immigrazione incondizionata e senza fine (con i milioni di euro che si riversano alle filiere di accoglienza) e neanche l’effervescente avatar del Colle in uscita malinconica e di cui ben pochi sentiranno la mancanza! Trovo etico e doveroso che sia costituita una memoria dei morti di serie B dimenticati solo perchè non possono vantare l’appartenenza ad un popolo eletto e prescelto da un barbuto Dio degli eserciti! Propongo che la memoria di queste centinaia di milioni di morti – ripeto, centinaia di milioni – sia nominata Giornata mondiale dei genocidi”. Pensate che sia una cosa giusta? Oppure dobbiamo lasciare ai “soliti noti” il monopolio di “cosa”, chi è “giusto” e cosa “memorizzare”?
(*) L’Ibm e l’Olocausto di Edwin Black, Rizzoli 2001, 608 pagine, 18,59 euro
(**) Nella foto di Aegean Boat Report, un’immagine del nuovo campo sull’Isola di Kos, 27 novembre 2021.
Aggiornato il 25 gennaio 2022 alle ore 12:09