Il Super green pass e i docenti sospesi da lunedì

“Interveniamo sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione”, ha detto Mario Draghi al termine del Consiglio dei ministri che ha decretato la vaccinazione obbligatoria per gli over 50 trovandosi Lega e M5S contro, questi ultimi favorevoli però dai 60 anni, un Pd d’accordo su tutto e anche Forza Italia coincidente col pensiero del presidente del Consiglio, chiedendo però che ai pensionati non si applichino sanzioni. Il ministro Massimo Garavaglia, che con i ministri Giancarlo Giorgetti ed Erika Stefani ha inviato una nota al peperoncino “responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla Costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni (inoltre, manca l’assunzione esplicita di responsabilità dello Stato quando si introduce un obbligo vaccinale)”, ha ottenuto che l’ingresso nei negozi e negli uffici pubblici si possa effettuare con il Green pass semplice. I tre ministri si sono comunque uniformati al voto conclusivo.

Da lunedì 10 gennaio il rientro a scuola, sebbene le regole ancora piuttosto confuse, è un dato certo. Ma centinaia di docenti, si scoprirà, non si presenteranno nelle aule, perché sospesi. Così come sta accadendo nelle Forze dell’ordine e come già accaduto negli ospedali. Non sarà facile convincere I cinquantenni che non si sono vaccinati a farlo. Una scuola in ginocchio perché mancano gli insegnanti, mancano le risorse per ristrutturarle, adesso saranno private di altre figure fondamentali che hanno cresciuto molti dei nostri figli, perché si sentono “sotto ricatto”.

Ne abbiamo incontrata una, la professoressa S. P., docente di matematica e scienze, molto apprezzata nella sua scuola di Roma, impegnata in numerose attività, dalla didattica inclusiva, ai laboratori, allo yoga, proponendo ai ragazzi esperienze di didattica partecipata. Cerchiamo di capire un pensiero che ascoltiamo poco, forse per niente, ma ci limitiamo a contestare e a non comprendere che ci sono tante persone, migliaia, che si sentono “tradite” dalla politica e che non hanno più un’appartenenza.

Professoressa, se la comunicazione sui vaccini fosse stata più chiara, lei lo avrebbe fatto?

Dovrei avere sottomano questa maggiore chiarezza, per poter rispondere. E poi alla luce dell’accorciamento continuo della copertura vaccinale, nessuno poteva essere più chiaro. Forse più onesto e sincero. Ma queste sono categorie che ancora non appartengono alla politica.

Nemmeno veder limitati i suoi spostamenti e soprattutto la possibilità di essere sospesa la convince a vaccinarsi?

Questa sottrazione di diritti, fino a poco tempo fa destinata ai “fuorilegge” è stato un forte segnale che il vaccino stava diventando una partita che aveva altri scopi, o probabilmente era guidata da motivi lontani dall’etica. Ho visto sospendere dei medici meravigliosi. L’ho visto come un grande segnale di debolezza da parte del governo.

Ma intanto l’obbligo vaccinale è entrato in vigore per gli ultracinquantenni. Che ne pensa?

Anche in questa scelta, come nella prima, quella di vaccinare per categorie, c’è la conferma che chi agisce non ha sottomano la realtà. Credo nella medicina che curi il paziente e non la malattia, una medicina integrata, che punti sulle “scelte responsabili” quotidiane, dall’alimentazione, al movimento e al nutrimento culturale di ciascuna persona che è un unicum di mente-corpo). A parità di età ci sono persone che hanno condizioni fisiche estremamente differenti. Sono contenuti questi ampiamente diffusi, anche nei programmi scolastici.

 

Era meglio quindi l’obbligo vaccinale sin dall’inizio o il Super green pass adesso?

Il mio punto di vista, è che sono due scelte poco etiche, infondate e che hanno visto frantumarsi più di quanto possa sembrare, il mondo scientifico e i destinatari dei provvedimenti.

Nessun politico ha avuto la forza di applicare l’obbligo per tutti e sin da principio. Perché secondo lei?

Il motivo per me più plausibile è che non hanno la certezza della sicurezza del farmaco e non intendono attivare percorsi complessi di risarcimento. In seconda ipotesi vedono che funzionano poco.

In Austria imporranno l’obbligo da febbraio, quindi daranno il tempo di abituarsi all’idea e di vaccinarsi.

Ci sono tanti obblighi, per esempio pagare le tasse, poi sappiamo come è la realtà.

Secondo lei si possono esprimere o no dubbi sul vaccino anti-Covid oppure il rischio di essere isolati, definiti No vax, insultati è troppo alto?

Sinceramente sono stata molto fortunata. Ho sempre creduto che i vaccini siano una grande risorsa, ho sempre potuto dire il mio pensiero che riguardava soprattutto la mia scelta; non credo di essere isolata più di quanto siano gli altri.  Piuttosto credo che questa sia una bella occasione (il Kairos!) per entrare in sintonia con le persone oltre le abitudini, che spesso ci portano a frequentare compagnie con le quali non abbiamo un grande scambio. Diverso però è il discorso sui media. Ma da settembre ho spento la tivù, in quanto gli argomenti così delicati che riguardano la salute della persona erano trattati a suon di opinioni senza mai nessuna fonte.

Lei è convinta che il vaccino per la SarsCov2 sia sperimentale ancora e noi siamo tutti delle cavie?

No, non siamo delle cavie. Le cavie si studiano e gli esperimenti si documentano. Se riesce provi a cercare gli ultimi dati sulla farmacovigilanza o a chiedere alle persone danneggiate da chi sono state seguite.

@vanessaseffer

Aggiornato il 07 gennaio 2022 alle ore 14:21