Questa settimana Oxford Union ha “intervistato” un robot dotato di intelligenza artificiale: il Megatouring Nlg. Alla domanda se avesse un’etica, il robot in un primo momento ha risposto che non potrà mai averla. Successivamente ha invece sostenuto che potrà essere eticamente “migliore” di qualsiasi essere umano. Il direttore della Oxford Union, preso atto della contraddittorietà del robot, ha concluso che il dibattito su quel tema durerà per decenni.
Io sono certo che non finirà mai, perché ci saranno sempre dei sempliciotti (scientisti o transumanisti che siano) pronti a credere e a sperare che una macchina possa dirgli quali mete finali (valori) perseguire e cosa fare nel caso di conflitto tra valori diversi, che sono i due problemi centrali (e, sul piano puramente razionale, insolubili e indecidibili) dell’etica. Una macchina potrà aiutare l’uomo solo nell’individuare quali mezzi siano più efficaci per raggiungere un certo fine “economico” (in senso lato) imposto alla macchina dai programmatori e risolubile con un calcolo. Non potrà mai risolvere problemi etici che non sono problemi cognitivi, e quindi non sono risolubili nell’ambito della ragione strumentale, né con la memoria e con la logica binaria (0-1) dei computer, ma sono problemi che richiedono una scelta etica. E la scelta etica è dominio esclusivo della coscienza morale e della libertà, cioè di quella che Immanuel Kant chiamava la “ragion pratica” e che, prima di lui, Blaise Pascal denominava le “ragioni del cuore”. Tutta la scienza del mondo non può produrre nemmeno un grammo di etica (Kant). Le prescrizioni (i valori) restano non deducibili dalle descrizioni e dai fatti (David Hume).
Una macchina potrà avere un cervello più veloce nel calcolo di quello umano ma non potrà mai, secondo quanto è lecito oggi prevedere, “avere un cuore”, per di più connesso per vie biologiche misteriose, con il cervello umano, che resta anch’esso, anche per quelle connessioni, un oggetto molto misterioso. Il mistero della vita, e in particolare quello dell’essere umano, resta irresolubile nell’ambito della cognizione e del calcolo.
Aggiornato il 21 dicembre 2021 alle ore 09:48