La superstizione scientifica

La scorsa estate, autorità e mass media celebravano l’arretramento del virus, attribuendolo al vaccino. Quanti, come il sottoscritto, esprimevano dubbi o scetticismo venivano iscritti, pur se vaccinati, nella infamante categoria dei No vax. Blasfemo anche solo ipotizzare che, con la brutta stagione, avremmo avuto proprio tutto: formale immunità di gregge, ritorno delle zone colorate, mascherine all’aperto e altre restrizioni. L’estate precedente, per la riduzione dei casi veniva dato merito alla lunga clausura. Qualche sospetto circa la stagionalità della malattia, a questo punto, ci poteva stare. O no? Da quando è iniziata la campagna vaccinale, i governanti e i loro sedicenti esperti (cfr. uniformi citazioni di tutto il “pool di scienziati” del Comitato tecnico-scientifico) recitavano il mantra della imminente sconfitta della pandemia, ad opera della profilassi. Mancava poco all’alba – dicevano. Ma dopo il 70, 80, 90 per cento di vaccinati, l’immunità di gregge si rivelava per quello che era: un’illusoria chimera. Una bufala in grisaglia ministeriale. Il virus riprendeva a circolare, allegramente, con nuove successive ondate. A mutare e variare senza ostacoli. La colpa di chi poteva essere se non degli untori, renitenti al vaccino? La rarefazione dei No vax, ha ormai screditato questa fragile argomentazione. E oggi, come l’anno scorso, dal Palazzo partono accorati appelli a sopportare nuove restrizioni “per salvare il Natale”. Un déjà vu. Nel Lazio, con il 95 per cento di adulti bi-vaccinati, si ritorna alle mascherine open-air e ad altre amenità. Per gennaio si preannunciano nuove più pesanti misure restrittive. Che magari non faranno bene alla salute ma sicuramente faranno male all’economia.

La Nouvelle vague è la campagna vaccinale dei più piccoli. Per proteggerli – dicono – dai rischi del contagio. Una casistica ridicolmente amplificata. In realtà, per proteggere il clima di terrore necessario a protrarre, ad libitum, lo stato di emergenza e per coprire l’inadeguatezza della gestione della crisi. A distanza di due anni, poco o niente è stato fatto per riattrezzare il sistema ospedaliero e la rete di assistenza domiciliare. Dei mitizzati fondi del Pnrr solo una manciata di miliardi è stata destinata agli investimenti nel settore sanitario. Al pubblico, frastornato dalla ondivaga e fallace narrazione della pandemia, viene chiesto di credere, senza obiettare, senza esporre dubbi o domande. Albert Sorel, citando un autore del Grand guignol, scriveva: “Si dice che la scienza abbia distrutto la paura, distruggendo la superstizione. La scienza non ha distrutto niente: la superstizione ha semplicemente cambiato aspetto ed è diventata scientifica...”.

Aggiornato il 20 dicembre 2021 alle ore 12:14