Tor Bella Monaca, Roma. Da qualche parte risuona It’s a long way to the top (if you wanna rock ’n’ roll) degli Ac/Dc. Ovvero è lunga la strada per il successo (se vuoi suonare il rock’n’roll). La chitarra elettrica scalda Fabio Moscatelli e Gioele: uno è fotografo, l’altro ha compiuto 18 anni da poco e all’anagrafe il bambino ha lasciato il posto all’adulto: “Sì, perché dopo i 18 anni l’autismo non esiste più, perché le tabelle per l’invalidità civile non contengono il relativo codice”. In pratica, subentrerà una nuova diagnosi, che verrà effettuata dalla Asl. “Per un cavillo burocratico… l’adulto autistico non è riconosciuto. L’adulto autistico non esiste: quando arriva a 18 anni è come se guarisse”.
I due sono inseparabili da ormai sette anni. E a breve presenteranno “Gioele-Il mondo fuori”. Un libro corredato da foto e non solo: il giovane ha firmato i disegni, la parte di testo è di Irene Alison (DerLab). “Nell’opera ci saranno pure gli screenshot della nostra chat WhatsApp – ha raccontato Fabio Moscatelli – inoltre sarà possibile scaricare una canzone scritta da Gioele e che ha come tema gli animali (Volevo samba, volevo festa). Il testo è stato musicato, in stile grunge, da Riccardo Manfredi”.
La fotografia come mezzo di una conquista sociale
“Ho conosciuto Gioele per caso, tramite amicizie comuni – ha proseguito Moscatelli – avevo in mente un progetto con al centro l’autismo e sull’argomento non ne sapevo proprio nulla. Mai, però, avrei immaginato che questo incontro si sarebbe trasformato in un rapporto così forte, che nel tempo è andato oltre. Gioele nel corso del tempo ha imparato a fotografare, ma sia chiaro: la fotografia ha rappresentato un mezzo di conquista sociale. Gioele adesso è un personaggio, c’è poco da fare”.
Una storia di straordinaria normalità
“Mi sono spesso confrontato sul concetto di normalità, su chi stabilisce cosa sia normale e cosa no. Quella di Gioele è una storia di straordinaria normalità perché è un ragazzo senza filtri. Non conosce falsità, non è ipocrita. La mia è normalità, la sua è straordinaria normalità, nel senso più positivo del termine”. Durante il racconto, Fabio Moscatelli ha ribadito l’importanza delle tappe del percorso insieme a Gioele, che è rimasto un eterno ragazzino (“si può toccare con mano quella dimensione fanciullesca in un corpo che cresce”).
Non la meta, ma il viaggio
Da adesso inizierà un nuovo capitolo: “Questa fase si chiude con la fotografia, quella futura proseguirà… non so come. Presenteremo un’altra storia, cercando di divertire e di divertirci. E soprattutto di emozionarci. Sarà una scoperta per entrambi, sarà tutto un divenire”. Certo, non mancheranno le sorprese, come quando in auto – direzione Genzano con “Disintegration” dei The Cure in sottofondo – Gioele ha annunciato che a 18 anni sarebbe stato al volante di una Fiesta Bianca: “Al ritorno – ha ricordato Fabio – mi sono fermato in uno spiazzo e gli ho fatto guidare il veicolo per 100 metri, con la prima marcia ingranata. E lì ho compreso quanti limiti, purtroppo, ci sono per Gioele. Nonostante tutto. Eppure, quei 100 metri sono stati liberatori. Sicuramente per me”.
Giro d’Italia
Un libro già in bacheca (“anzi, un dummy book, “Gioele-Quaderno del tempo libero”, sempre curato da Irene Alison e DerLab, incentrato più su infanzia e adolescenza”) e uno nuovo in arrivo (“la sede di presentazione? Non ce ne è una precisa, speriamo di viaggiare in tutta Italia. Il titolo l’ha scelto Gioele, ha una vena artistica sorprendente”). Per il resto, il 18enne ha un sogno: diventare maestro “di tutte le materie”. Davanti c’è un cammino che non ha fine, ma non c’è fretta. Perché si sa: è lunga la strada (per il successo). Dopotutto, It’s a long way to the top (if you wanna rock ’n’ roll).
Aggiornato il 05 novembre 2021 alle ore 11:46