Un punto di riferimento per intere generazioni di cronisti siciliani. Gianni Molè è stato un decano del giornalismo isolano, mentore, amico fraterno, appassionato cinefilo. Un giornalista di classe. Che nel 2019 comincia a collaborare con L’Opinione. Memorabile il suo ricordo di Alberto Sironi, regista del Commissario Montalbano. A un anno di distanza dalla scomparsa di Gianni, causata dal Covid (in quella fase, purtroppo, i vaccini non sono ancora disponibili), voglio provare a delinearne, con umiltà, il suo profilo. Gianni è stato uno spigoloso, autorevole e divertente compagno di lavoro. Ricordo ancora oggi quando, esattamente dieci anni fa, dando prova di sincera amicizia, mi accompagna dalla Sicilia a Roma. All’Hotel Ergife. Devo sostenere l’esame scritto di abilitazione per diventare giornalista professionista. Gianni è con me. A sostenermi e rintuzzarmi. Come sempre. Con la sua caratteristica fierezza che non ammette repliche, ma che, poco dopo, è sempre pronta a intonare una fragorosa e coinvolgente risata. Cronista di razza, direttore per vocazione. Nasce a Vittoria (Ragusa) il 18 aprile 1959. Capo ufficio stampa della Provincia di Ragusa (poi Libero Consorzio Comunale di Ragusa) per vent’anni, Gianni firma come corrispondente i suoi pezzi per la Gazzetta dello sport e la Gazzetta del sud. Schiettezza, pragmatismo, dedizione e rigore sono i tratti distintivi che lo hanno reso protagonista noto, indiscusso e autorevole di stampa, tivù e radio del Sud Est siciliano. Maestro di giornalismo per molti giovani che cercano di fare carriera nella professione, ha allevato, con generosità, intere generazioni di cronisti. Ha sempre rivendicato, con orgoglio, la propria vocazione viscerale per il lavoro, ma con l’occhio sempre attento ai cambiamenti del tempo e della società. Ha rivolto estrema attenzione all’etica del mestiere, i cui valori sono stati al centro dei numerosi incontri formativi che ha organizzato negli anni come segretario provinciale della sezione ragusana dell’Assostampa.
Uomo di cultura, dotato di notevole lungimiranza, ha sempre sostenuto le iniziative culturali nell’isola. Tra le sue passioni, il cinema occupa uno spazio importante. È stato presidente della Fondazione Film Commission Ragusa. Ha ideato e curato le pubblicazioni sui Set iblei. È stato più volte chiamato a presiedere, con scrupolosa attenzione, le giurie di festival cinematografici. Personaggio di spicco del Vittoria Peace Film Fest (Vittoria, Ragusa), ha diretto per cinque anni i seminari su cinema e giornalismo, nel corso della kermesse. Ha più volte preso parte anche alle giurie del Festival internazionale del cinema di Frontiera (Marzamemi, Pachino, Siracusa) e del VideoLab Film Festival, Concorso internazionale dei cortometraggi del cinema d’arte mediterraneo (Kamarina, Ragusa). La direzione artistica del Vittoria Peace Film Fest, nella sua ottava edizione (29-31 marzo 2021), “in ricordo dell’amico giornalista e collaboratore, ha deciso di istituire un premio intitolato a suo nome e ispirato ai valori in cui ha sempre creduto: quelli della non violenza, della giustizia sociale e della deontologia professionale”. Così è nato il Premio giornalistico Gianni Molè “Cronisti per la pace”, conferito a Laura Silvia Battaglia, documentarista e giornalista freelance, impegnata nella difesa dei diritti umani, in particolare delle donne, nei teatri di guerra.
A Gianni Molè è stata intitolata la Sala conferenze del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e la Sala delle Capriate di Vittoria, che si trova all’interno dell’ex Convento dei Frati minori. Quest’estate, è stato presentato al Circolo nautico Anemos di Scoglitti (Vittoria) il volume monografico dal titolo Gianni Molè: la voce libera degli iblei, edito dall’ente provinciale e curato da Federica, la figlia primogenita di Gianni, anch’essa giornalista. Una serie di articoli, corredati da numerose fotografie, che raccontano una folgorante carriera nel complicato universo giornalistico siciliano. Di recente, in memoria di Gianni Molè, è stato pubblicato il bando che istituisce il concorso per l’assegnazione di due premi, da 2.500 euro ciascuno, da assegnare alle migliori tesi di laurea in giornalismo presentate dagli studenti dell’Università di Catania. La moglie Eliana e le figlie Federica e Giulia, con la loro opera di quotidiana testimonianza, ricordano la grandezza di un uomo sicuro, un marito premuroso e un padre affettuoso. Gianni Molè ha vissuto, costantemente, la professione in direzione ostinata e contraria. Con lucidità, ruvida franchezza e senza compromessi. Il suo retaggio è un percorso esemplare per chi voglia intraprendere questo complicato mestiere, gravato spesso da ingiustificato discredito.
Aggiornato il 03 novembre 2021 alle ore 00:27