Covid, “boom di contagi tra gli infermieri”

“Le nostre indagini incrociate sui dati dell’Istituto superiore della sanità ci dicono che 1951 operatori sanitari si sono contagiati nel mese di agosto, di questi l’82 per cento sono infermieri”. Così Antonio De Palma, presidente del Nursing Up-Sindacato infermieri italiani, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus.

De Palma: “Negli ultimi 30 giorni parliamo di 1848 operatori sanitari contagiati. Erano vaccinati con doppia dose? È ancora presto per dirlo, però sappiamo che gran parte di questi colleghi sono vaccinati con doppia dose. Abbiamo difficoltà di accesso alle informazioni da parte di alcune aziende sanitarie, ancora siamo in attesa di risposte. Diciamo a queste aziende di smetterla di nascondere queste informazioni, l’informazione pubblica va corroborata e ancor più l’informazione delle organizzazioni che lavorano per difendere il diritto alla salute dei dipendenti e quindi dei cittadini”.

Tra i contagiati, ha precisato l’esponente del Nursing up, ci sono “persone che si sono nuovamente reinfettate, hanno vissuto questo virus con sintomatologia più o meno importante e ora si sono avviate alla guarigione. Ma abbiamo avuto due casi di infermieri che sono morti, tutti e due vaccinati con doppia dose”.

Il problema, per De Palma, è quello legato “all’efficacia reale effettiva di questo vaccino. Quello che ci meraviglia è il repentino aumento dei casi di infezione. Abbiamo dunque dei dubbi sui tempi di reale efficacia del vaccino. Se il vaccino a distanza di alcuni mesi non fosse più in grado di garantire il livello di immunità dichiarato dalle case farmaceutiche, cosa potrebbe accadere al normale cittadino in una normale scuola, in una normale mensa, in un normale ufficio dove non si usano tutti i dispositivi di protezione che si utilizzano negli ospedali? Come è possibile che ci sia stata questa esplosione dei casi?”.

Sulla possibile terza dose, Antonio De Palma ha commentato: “Da qualche giorno il ministero della Salute ha detto che la terza dose è necessaria per i più fragili, ma non si è espresso in maniera chiara sul destino degli operatori sanitari. Vogliamo sapere se la terza dose è necessaria per garantire la continuità dell’immunità – ha domandato – se è necessaria gli operatori sanitari e devono sapere i tempi certi in cui devono vaccinarsi, non ci sta bene che si dica che bisogna decidere caso per caso, chi è che decide se un infermiere deve fare o meno la terza dose? Che cosa significa valutare caso per caso? Noi in questo clima di incertezza non vogliamo starci. Lo Stato deve tutelare in primis l’incolumità degli operatori sanitari e quindi vogliamo regole certe, questi provvedimenti non ci piacciono e noi li mettiamo in discussione”.

“Chiarisco – ha concluso – che noi ci siamo vaccinati in massa, siamo a favore del vaccino, riteniamo che sia l’unica risposta scientifica valida per combattere una crisi epidemica di questo tipo, però il vaccino da solo non è sufficiente, noi chiediamo che le aziende sanitarie effettuino screening costante sugli operatori sanitari con metodo validato, con una periodicità che sia uguale per tutti. Serve un’organizzazione uniforme, omogenea”.

Aggiornato il 14 settembre 2021 alle ore 12:36