Don Luigi Merola, quando la Chiesa è trincea anticamorra

“Per cambiare una città bisogna partire dai bambini. Vivono con me in una villa confiscata alla camorra e, oltre a studiare, imparano un mestiere”. Queste le parole di Don Luigi Merola, che nell’intervista a L’Opinione ha anche ricordato: “Nella sede centrale stiamo ristrutturando il campo di calcetto in quanto in questi anni si è consumato e abbiamo bisogno di nuovi spazi esterni a causa della pandemia. Non possiamo chiudere”.

Don Luigi racconti, per chi non la conosce, l’attività della Fondazione “’A voce d’’creatur”.

Mi occupo da circa quindici anni di minori, ragazzi dai 6 ai 18 anni, quasi sempre provenienti da famiglie assenti, territori difficili della nostra città di Napoli. Quasi sempre i genitori di questi minori stanno in carcere. Prima l’ho fatto come parroco di Forcella e oggi come educatore e fondatore della ’A voce d’’creature. Sì, perché per cambiare una città bisogna partire dai bambini. Vivono con me in una villa confiscata alla camorra e, oltre a studiare, imparano un mestiere. Per combattere la camorra bisogna toglierli l’esercito dei bambini. La camorra si serve di loro, perché non sono punibili.

In questo periodo c’è una grande dispersione di valori, come intende il ruolo della Chiesa a favore dei giovani?

La Chiesa è una grande Madre che accoglie tutti come Gesù, che si identifica nel Pastore in cerca della pecora perduta. Ma spesso la Chiesa fatta di essere umani è poco attenta ai cambiamenti e spesso le pecore le perde. Bisogna fare di tutto per cercarle. Io nel mio piccolo l’ho fatto, rischiando la vita. Minacciato di morte per 14 anni sono stato accompagnato da quattro carabinieri e da un’auto blindata.

Si sta tenendo una importante raccolta di fondi per una nuova struttura, vuole parlarcene e, magari, fornire i dettagli per chi intende contribuire?

La Fondazione ’A voce d’’creature gestisce 2 immobili confiscati alla camorra. Nella sede centrale stiamo ristrutturando il campo di calcetto in quanto in questi anni si è consumato e abbiamo bisogno di nuovi spazi esterni a causa della pandemia. Non possiamo chiudere. Ci troviamo a lavorare con minori. Hanno bisogno del nostro aiuto, altrimenti li perdiamo per sempre. Potete aiutarci con una piccola offerta inviandola sull’iban della Fondazione o tramite PayPal che trovate sul sito ufficiale. Approfittiamo di questo periodo estivo per rendere più bella la nostra struttura. Grazie a tutti.

Lei ha sempre creduto dell’innocenza del regista Ambrogio Crespi, avete raccontato con “Terra Mia” l’impegno della sua fondazione. Come ha accolto la sua scarcerazione disposta dal Tribunale di sorveglianza di Milano? È ottimista sul pronunciamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, circa la domanda di grazia presentata dalla famiglia e dai suoi avvocati?

Ho conosciuto Ambrogio alcuni anni fa e fu subito amore. È una persona vera e sincera. Ho dato il mio contributo nel seminare la legalità in questi anni nelle scuole italiane. Il suo documentario “Terra Mia” è il racconto di chi ogni giorno lotta contro le mafie. Credo che il presidente della Repubblica darà la Grazia, in quanto Ambrogio potrà continuare la sua opera di sensibilizzazione con le nuove generazioni contro le mafie.

Aggiornato il 09 luglio 2021 alle ore 11:07