Non incarcerate la libertà

La pandemia rientra in una fase di cambiamenti, tutto o molto può cambiare realmente. Dai sistemi produttivi alle fonti di energia, dai rapporti internazionali all’esercizio del potere, dall’alimentazione alla sessualità, dal mantenimento degli Stati nazionali alla dissoluzione degli stessi, si giunge persino alla perdita della individualità, alla penetrazione nella genetica nella mente delle persone. Ed è l’inizio di una devastazione contro la storia, il passato, per ottenere “l’uomo nuovo”, esclusivamente produttore-consumatore cittadino del mondo.

Non sarà un percorso levigato. Il “vecchio” individuo resiste, così come resistono le nazioni, le società, il retaggio. Ma è nei fatti che si vada verso l’universalizzazione di individui e società, verso cioè lo Stato globale. I mezzi esistono, potrebbero assicurare bene, prosperità, libertà, cultura ma pure asservimento, controllo, uniformità.

Nessuna epoca si è trovata ad un bivio come l’attuale. La “rivoluzione” cristiana si manteneva all’interno del valore dell’uomo ed è proprio questo che oggi rischia: può esserci un uomo “burattinato”, condizionato dall’esterno, svuotato ed eterodiretto perfino biologicamente.

Occorre avvertire questo pericolo, un vero allarme sociale. La gente non deve credere che viene salvata o tutelata: viene condizionata con il campanaccio al collo. Se si giungerà alla vaccinazione obbligata è la fine o l’inizio della catastrofe della facoltà dell’individuo di mantenere sovranità su di sé. E la sovranità su di sé vale più che la sovranità degli Stati. Perché uno Stato può essere sovrano ma tiranno al suo interno, la sovranità personale è invece l’esercizio della libertà ed essenza della vita.

Si dice: se metti a rischio l’altrui salute devi vaccinarti. No, se metto a rischio l’altrui salute vengo punito, non vaccinato coattivamente. Ma come, da mesi e mesi esaltano le “regole”(mascherine, distanza, areazione, mani lavate, sanificazione) ed ora come niente fosse: vaccinazione. Questa mentalità di asservimento renderà l’uomo un coniglio sedato. Ci stiamo volgendo a delle società che, per timore del famigerato virus, paralizzano civiltà, cultura, arte, vitalità.

Dicono vaccinatevi e ritroveremo salute, torneremo come prima: ma se non fate che dichiarare il ritorno dei contagi anche “dopo” le vaccinazioni! Non è un accostamento sconclusionato, tutt’altro, ma l’obbligatorietà eventuale della vaccinazione è pari a quella eventuale dell’ossequio alle diversità sessuali da rispettare tutte (parità di genere). Perché devo essere obbligato ad apprezzare tutte le manifestazioni della sessualità? Perché devo rischiare processi se ne disprezzo talune, perché?

Avverrà lo stesso se malgiudico una pietanza di vermi? Restituiamo all’uomo la facoltà di giudicare, non esageriamo in legami legalistici. Se un cittadino non vuole vaccinarsi non si vaccini ma obbedisca a regole che “voi” dichiarate protettive, e che avete concepito. E se i vermi mi repellono non insistete, non sono un passatista! E se non tutti gli orientamenti sessuali mi gradiscono, questo vale dire parità di genere, non processatemi. Insomma, lasciatemi la facoltà di giudicare e decidere, certo, all’interno di un sistema giuridico, certo, ma di un sistema giuridico che mi consente la libertà.

Non basta la legge, anzi, la legge può negare la libertà. Solo le leggi che consentono la libertà sono da apprezzare. Di fare tutto? No. Ma certo mai di subire tutto. Al dunque, non mi vaccino ma devo osservare regole protettive. Non accetto talune manifestazioni di orientamento sessuale, ma non le metto fuori legge; mi schifano i vermi, ma non impedisco siano venduti.

Se invece crediamo di essere protetti impedendo le scelte personali, di sicuro saremo protetti. Come lo sono i carcerati. Al dunque, liberi di vaccinarsi non obbligati a vaccinarsi; liberi nella scelta sessuale ma in diritto di criticare; liberi di mangiare ogni cibo, ma sia consentito apprezzare o nausearsi. Quanto è liberatorio il respiro della libertà. Poter scegliere, giudicare, accettare, respingere. A immaginare di decidere per decisione altrui rinunciamo alla società. E non siamo liberi nella società.

Aggiornato il 08 luglio 2021 alle ore 10:58