“Analisi di un complotto”

Può un racconto toccare gli aspetti più delicati della vita? Può farti appassionare, ridere, emozionare e al tempo stesso far riflettere profondamente?

Si dirà, tutto dipende dalla bravura dell’autore. Ma non è vero. Dietro al successo del lavoro di una persona, c’è sempre un gruppo, una squadra di persone che insieme si impegnano per ottenere un risultato condiviso.

Il libro “Analisi di un complotto” nasce proprio così: dalla fantasia dell’autore Giovanni Polizzi e dal lavoro di squadra dell’Associazione Gruppo Idee, nata nel 2007 nel carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso per volontà di alcuni detenuti decisi a riscattare non solo la loro vita ma anche quella degli altri.

Ieri, martedì 6 luglio, si è tenuta la presentazione del racconto, il primo della collana che verrà editata dall’associazione stessa per dare voce a tutti coloro che rimangono nell’ombra ma che di cose da dire e condividere ne avrebbero tante. Presentatore della serata, il giornalista Federico Vespa, anche direttore del giornale prodotto in carcere “Dietro il cancello”. Vespa nella breve introduzione al libro arriva al cuore del messaggio: “In questo testo, breve ma toccante, Giovanni ci fa capire quanto sia importante la partecipazione per la libertà anche se non riguarda direttamente la nostra persona, ma quella di un altro...”

Ed in effetti, anche se il romanzo è un noir di fantasia, ogni pagina è talmente impregnata dalla verità della vita vissuta dal suo autore che il coinvolgimento e la partecipazione emotiva del lettore aumentano fino all’ultima pagina. Le consapevolezze conquistate da Giovanni sono talmente vere da arrivare anche a chi con il mondo del carcere non ha mai avuto niente a che fare, anche a chi a quel mondo ha sempre guardato solo con pregiudizio o cinismo.

“In carcere, quando qualcuno ha la fortuna di dimostrare la propria innocenza, è festa per tutti. Sembra assurdo ma l’unica persona un pochino triste è proprio la persona che va via perché, nel bene o nel male, è una parte di vita che si lascia alle spalle e si è consapevoli della sofferenza che continua per gli altri”.

“Analisi di un complotto” quindi, testimonia quel lavoro silenzioso, lontano dalle luci della ribalta, che quotidianamente i detenuti svolgono insieme ai volontari e a professionisti di vario genere nel tentativo di riacquistare quella dignità sociale persa a causa delle loro azioni passate. Azioni che per quanto sbagliate gli hanno consentito però di raggiungere una nuova consapevolezza e diventare persone migliori.

Non a caso il motto dell’Associazione Gruppo Idee è “Aiutare gli altri per aiutare noi stessi, essere utili per non sentirsi inutili”.

Aggiornato il 07 luglio 2021 alle ore 14:11