Giù le mani dal lampredotto!

Di tanti vaneggiamenti post lockdown, ci mancava solo la “tassa sul panino” che il direttore delle Gallerie degli Uffizi, a Firenze, vorrebbe imporre ai locali che vendono cibo da asporto per contribuire così al costo della pulizia delle strade. In un’intervista rilasciata a Qn il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, lancia questa sua disperata e ancor più disperante proposta sia per Firenze sia per tutte le città d’arte italiane: “Sarebbe giusto introdurre una tassazione aggiuntiva per i locali di street food, insomma quelli che non offrono ai propri clienti spazio e tavolini ma li costringono a mangiare per strada”. Secondo il suo illuminato e dotto parere dunque, questo servirebbe da deterrente per i turisti mordi e fuggi (in questo caso più mordi che fuggi) che, peggio dei mefitici piccioni, andrebbero in giro sporcando ovunque.

Ora, a parte che chi scrive è un immancabile e affezionato cultore del panino fiorentino per eccellenza, quello del chiosco del “lampredotto”, rigorosamente “con” – e soltanto i più meritevoli gourmet capiscono a cosa io faccia riferimento con il “con” – dicevo a parte questo ininfluente dato che però comporta l’aver ricevuto e il praticare abitualmente una buona educazione e un viver civile, non vado poi in giro sporcando.

Forse sarebbe giunto il momento di renderci conto dei livelli di farsesca assurdità raggiunti proprio nella legislazione nelle cosiddette città d’arte. A Roma si viene multati se ci si siede – cosa fatta per secoli prima dell’avvento di Virginia Raggi – sugli scalini di Trinità de’ Monti (con conseguente divieto di pomiciata, perché o in piedi o nisba), a Venezia non ne parliamo proprio. Tanto bastano i prezzi a calmare qualsiasi idea peregrina possa affacciarsi alla mente del visitatore. Ecco che a Firenze il direttore Schmidt s’inventa questa! Non è che l’aver condiviso parte degli Uffizi con l’influencer Chiara Ferragni ha scatenato qualche idea ad alto tasso di ritorno mediatico in un ottimo professionista qual egli è?

Continua infatti Schmidt per spiegare il perché di tale proposta: “La gente che mangia per strada causa dei costi alla collettività perché le strade poi vanno pulite dall’olio dei panini. L’olio del panino e il ketchup non fanno bene alla pietra serena. Bisogna pulire subito altrimenti entra dentro e la macchia. Dobbiamo pulire in continuazione. Noi pensiamo al loggiato degli Uffizi, il Comune pensa al piazzale e infatti quest’ultimo è messo ancora peggio”. Oh corpo di mille spingarde! In tanti anni di girovagare per le strade di tutta Italia, anche mangiandovi seduto a terra, non mi ero mai accorto degli immani sversamenti di olii esausti che avvengono ogni giorno a causa di panini, focacce e pizze trangugiate da tanti altri oltre a me. Un vero e proprio dramma ecologico, una distruzione di un intero ecosistema, senza parlare del pericolo di scivolare sull’olio e sul grasso derivanti dall’unto panino (ah la “fettunta”! Sublime delizia!) e quindi dell’andare a rompersi qualche arto se non il cranio, su una statua del Cinquecento o su qualche colonna romana!

Il che vuol dire che per secoli i fiorentini prima e i viaggiatori poi, hanno danneggiato le loro stesse ricchezze mangiando la schiacciata per strada? Vuoi vedere che più che le piogge acide a corrodere il marmo e il bronzo sono gli olii sfrigolanti della bistecca di Chianina? Dal momento che di certo la tassa chiamata Tari dei commercianti fiorentini, non credo sia proprio leggera, perché piuttosto non incrementare il servizio di pulizia delle strade? E questo vale dunque anche per Roma e per Venezia. Capisco che Schmidt sia teutonico, e come tale questo brulichio di variegata umanità vociante (e unta) gli possa anche un “tantinino” dare sui nervi, desideroso invece di ordine, disciplina e dell’immacolato nitore delle sue asburgiche strade natie, ma il senso del ridicolo pare proprio essergli sfuggito di mano con una simile proposta, tanto ma tanto, anzi troppo politically correct.

Non si potrebbe semplicemente impedire che si potesse mangiare in certe aree troppo a ridosso dei musei o comunque delle strutture d’arte, piuttosto che ricorrere a nuovi balzelli? Insomma, di idee alternative alla germanica tassazione se ne potrebbero trovare molte, con l’inventivo ingegno italico, con la sua estrosa fantasia che di certo saprebbe coniugare il gusto per la vita con la conservazione e preservazione della bellezza. In quanto ai cafoni, ai maleducati che insozzano, e che purtroppo esistono e agiscono quasi indisturbati, sarebbe da implementare invece un maggior rigore da parte delle forze dell’ordine e coloro che lasciano ovunque bottiglie di birra, involucri di cibo o altro dovrebbero essere pesantemente multati tanto da disincentivare ogni tentativo di reiterare l’atto. In quanto ai residui di cibo, non temete, ci pensano quegli straordinari operatori ecologici biologici che sono i piccioni. Si rassegni dunque l’ottimo herr Schmidt, non vedrà mai Firenze lustra e immacolata come un qualsiasi città dell’Alsazia, e io personalmente potrò continuare a mangiare con mio sommo gusto il mio panino con il lampredotto, con gli occhi estaticamente rivolto a quanto c’è di più bello al mondo, sotto al cielo italiano, ovvero la sua arte, le sue donne e i suoi gatti. Perché questa è la vita e un po’ di unto le fa solo da condimento.

Aggiornato il 02 luglio 2021 alle ore 10:09