Direttive per le orge estive

Colui che verga queste righe – e uso la voce “verga” del verbo vergare, apposta – è tutt’altro che un bacchettone e come tale detesta i puritani, i braghettoni e i sessuofobi con ogni sua forza. Insomma, se come è certo andrò all’Inferno, di sicuro a parte il girone degli Iracondi mi è stato predisposto un luogo acconcio in quello dei Lussuriosi, ovvero nel secondo cerchio. Quindi signore e signori, tra le tante nefandezze delle quali non potete farmi carico, non vi è certo quella di essere un bigotto che abbia in odio i piaceri della carne. Anzi.

Leggo comunque, con inusitato fastidio, le linee guida emesse dal Dipartimento della Salute di New York al riguardo delle attività sessuali dei cittadini della Grande Mela, durante quella che già molti nel mondo hanno definito “slutty summer” ovvero una “estate sporcacciona”. E pensare che io ero fermo allo splendido film degli anni Ottanta dal titolo Haunted summer… che di erotismo colto e raffinato ne contiene tanto quanto non immaginate. Quindi, a parte il pessimo nome dato alla stagione, inutilmente degno d’un porno di quart’ordine, i soloni della salute pubblica americana suggeriscono al popolo di fare “sesso con malizia e un po’ di perversione, sì alle orge ma in spazi ampi e all’aperto”.

Era dai tempi nei quali Dioniso giunse in Grecia, cantando e bevendo, dalla lontana India che non assistevamo a pubbliche orge. Tuttavia, ciò che personalmente mi lascia perplesso è questa direttiva a farlo “in modo stravagante”, ad essere “creativi nelle posizioni sessuali e rispetto alle barriere fisiche per consentire il contatto sessuale ma prevenendo il contatto ravvicinato faccia a faccia”. C’era bisogno di qualche burocrate in giacca e cravatta per venircelo a dire? Un po’ come portare vasi a Samo, un indirizzo pleonastico addirittura.

E poi perché “stravagante”? Ma il sesso è sempre stravagante, la stravaganza è nella sua natura o forse a New York qualcuno non ha mai visto gli affreschi pompeiani, né le cinquecentesche incisioni erotiche per i sonetti dell’Aretino o i disegni lussuriosi che fece Aubrey Beardsley per il suo esecrato Yellow Book? Oddio, può essere, ma mi dispiace per lui allora. Forse negli uffici del Dipartimento della Salute non conoscono i dipinti del Bronzino né quelli del Correggio o le bizantineggianti forme femminili ideate da Gustav Klimt.

Curiosamente per una terra profondamente intrisa della cultura protestante dei Padri pellegrini a New York adesso consigliano, più che le orge, le gang bang (dai, non fate finta di non sapere cosa siano) ovunque, in spazi aperti, ma vietano il bacio. Insomma, come a dire che si rende consueto e accettabile in pubblico, proprio tutto ciò che in passato veniva lasciato ad una sfera privata e personale. Si sdogana così l’autoerotismo di coppia ma non reciproco, bensì da eseguirsi rigorosamente a distanza e mascherati. Quindi sesso sicuro con ogni variante possibile.

Ora, celie a parte, senza comunque dimenticare una necessaria dose d’ironia che, unica, può salvarci da queste aberrazioni che in realtà sviliscono ogni forma di eros, di erotismo e anche di amore e di passione, questo è l’infimo livello al quale è giunta una società corrotta e debosciata senza più principi né valori; una società che, come la definì un tempo un genio assoluto come Oscar Wilde, è passata dalla barbarie alla decadenza senza aver mai conosciuto la civiltà.

Questo è ciò che avviene all’alba inoltrata del Nuovo Millennio, del Terzo, di quello che qualcuno credeva sarebbe stato l’Età dell’Acquario e invece si rivela essere ogni giorno di più una pozzanghera putrescente affetta da germi perniciosi e invece di una nuova Età dell’oro, di un nuovo Rinascimento assistiamo ogni giorno che trascolora sotto al cielo a un impoverimento dell’essere umano, ridotto a merce d’ogni tipo, al quale non resta più neanche il sottile piacere della trasgressione perché gli hanno regolato anche quella.

Ovidio con la sua Ars Amatoria, Pierre Abélard, Giacomo Casanova, persino il “Divin Marchesede Sade e Algernon Charles Swinburne con le sue poesie considerate perverse, oggi si sarebbero tagliati le vene disgustati dalla reale perversione di questo tempo iniquo e vuoto, in un mondo che fa impallidire il mito biblico delle sette città distrutte dal fuoco divino, perché non merita neanche quello.

Il mio personale augurio va invece all’intelligenza umana, a ciò che ne resta e a chi ne possiede ancora, perché quest’estate goda del piacere della libertà del corpo, dell’anima e dello spirito, amando con tutte e tre in un’alchimia estatica che conduca veramente, chi ancora ci riesce, a far si sì che quell’“amor ch’a nullo amato amar perdona” esista sempre.

Aggiornato il 28 giugno 2021 alle ore 09:58