Covid, riflessioni e attese: intervista al dottor Stefano De Lillo

Intervista al vicepresidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma, dottor Stefano De Lillo (*).

Vicepresidente, dal suo profilo emergono tanti ruoli e impegni, che negli anni l’hanno sempre coinvolta, in “prima linea”. Come ha vissuto da medico e in veste istituzionale, la battaglia contro questa insidiosa pandemia?

Il Covid-19, di cui tutti speriamo di essere prossimi al termine è stata un’esperienza pesantissima sotto svariate angolazioni: medico-sanitario, umano, istituzionale. Nel mio ruolo di medico di “famiglia” mi sono trovato ad essere spesso l’unico referente, ascoltatore e interprete, di tantissimi pazienti terrorizzati da una patologia sconosciuta e sovente narrata in modalità non corrette. Sono vicepresidente del più grande Ordine dei Medici d’Italia da dicembre 2020 e devo rilevare che anche per l’organizzazione dei colleghi abbiamo affrontato sfide non prevedibili e complesse: la quasi totalità del personale sanitario ha operato con straordinario impegno e coraggio.

La campagna vaccinale ha destato una miriade di reazioni diverse, dal mondo della scienza, della politica, della comunicazione. Tanta polvere sollevata, oltre forse a disorientare, ha giovato al nostro vivere quotidiano?

Come stiamo vedendo la vaccinazione si è rilevata l’arma sicura ed efficace per debellare la pandemia. Appare evidente che la confusione e la disinformazione, reale o creata, abbia solo generato angoscia e ritardato la doverosa campagna di profilassi. Ogni anno vengono messi in commercio e utilizzati diversi tipi di vaccini contro l’influenza, normalmente non ho mai rilevato, nel corso degli anni di professione, quotidiane polemiche sulla tipologia e le controindicazioni degli stessi. Nessun paziente, di norma, ha sollevato dubbi sulla scelta della tipologia di vaccino da utilizzare. Tanta comparazione è sorta, invece, per il Covid-19. Di contro, ritengo che tutti vaccini siano sicuri ed efficaci: il migliore è il primo che si riesce a fare.

Sicuramente tra varianti, “asintomatici”, soggetti non vaccinati, nel breve o lungo periodo, il Coronavirus avrà ancora una sua coda di durata temporale più o meno lunga. Il tutto con riflessi certi per la vita e l’economia della nazione. Ci illustri il suo punto di vista.

Sono ottimista, ritengo che siamo arrivati all’ultimo miglio di questa triste vicenda. Quindi, se tutte le istituzioni continueranno a svolgere i loro compiti e i cittadini, responsabilmente, si vaccineranno, a prescindere dall’età, la pandemia verrà sconfitta. Conseguentemente, vi sarà la possibilità di una ripresa del Paese sotto ogni aspetto.

Quale sostegno e tutela, il più grande Ordine dei Medici e degli Odontoiatri del Paese, quello di Roma, ha riservato alla categoria?

In questo difficile momento siamo stati sempre vicini ai nostri colleghi, in ogni maniera. Di notevole rilievo è l’aver sensibilizzato la Regione Lazio ad inserire nelle liste di priorità di vaccinazione i sanitari liberi professionisti, i pensionati e gli odontoiatri, che erano stati completamente dimenticati. Pertanto, vaccinazione a largo spettro per tutti, indipendentemente dal ruolo lavorativo ricoperto. 

Al di là dei dati statistici che segnalano un aumento della litigiosità su vari piani del vivere quotidiano, addirittura dei reati di genere e dei suicidi, in questo periodo di pandemia, quale effetto sulla salute delle nuove e vecchie generazioni paventa per i sopravvissuti al Coronavirus?

Sicuramente lo stress, la paura e i danni vissuti necessiteranno di una elaborazione volta al superamento dello stato personale di ciascuno di noi, da affrontarsi anche con il supporto di consulenza psicologica mirata. In questo periodo, purtroppo, si è nettamente trascurata la prevenzione ad ogni livello. Sarà fondamentale riprendere il cammino e recuperare il tempo perduto nella lotta contro ogni patologia, a tutela della nostra salute.

Ci potrebbe fornire un “breviario” di consigli, che ci aiuti a riprendere i sentieri della saggezza e della speranza?

La nazione dovrà guardare al futuro con ottimismo, dopo questa esperienza. Le istituzioni dovranno investire sulla sanità, soprattutto territoriale, senza calcoli meramente economici, che abbassano il livello della qualità delle cure a discapito della popolazione.

(*) Stefano De Lillo nasce a Roma 9 aprile del 1962. Si laurea in Medicina e Chirurgia, con lode, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, specializzandosi, sempre con lode in Cardiologia e, nel 1996, in Medicina dello Sport. Nel 2000 è consigliere regionale per il Lazio; membro delle Commissioni Sanità e Affari sociali. Nel 2005 è stato ancora eletto consigliere regionale del Lazio e membro dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e vicepresidente della Commissione Sanità.  Nel 2008 è stato eletto senatore, per Popolo della Libertà. Durante l’attività senatoriale è stato membro della dodicesima Commissione permanente-Igiene e Sanità; membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulla validità dell’operato del Sistema sanitario nazionale. È stato membro del Cda e presidente facente funzioni di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Da dicembre 2020 è vicepresidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma.

Aggiornato il 25 maggio 2021 alle ore 13:29