Oggi è la Giornata mondiale della Fibromialgia: il 9 maggio Papa Francesco, durante l’Angelus domenicale, ha dedicato una riflessione ad un gruppo di persone, soprattutto donne, radunate in Piazza San Pietro e vestite di viola, che rappresentano una ben più copiosa comunità, quella delle malate di Fibromialgia (uso il genere femminile, poiché la sindrome colpisce quasi unicamente le donne, e i circa il 3 per cento della popolazione mondiale).
Si tratta di una di quelle malattie che, nonostante sia il fardello della vita di milioni di persone in Italia e nel resto del pianeta, è ancora ghettizzata in un limbo di ignoranza culturale, sociale e medica. È quella malattia al centro di requisitorie, allusioni banali, sospetti: snobbata da tanti medici, spesso nemmeno conosciuta (è di pertinenza dei reumatologi, e a volte solo loro la conoscono), declassata se va bene a malessere psicosmatico, quasi sconosciuta alla società.
La sindrome fibromialgica si caratterizza da tensione localizzata, dolori forti in tutto il corpo che il più delle volte riducono i pazienti a ombre di loro stessi, stanchezza, difficoltà di concentrazione. Essendo appunto una sindrome, manifesta decine di sintomi, e la cosa più pericolosa per le derive complottiste è che nessuna analisi o esame radiologico riesca a dare traccia della malattia. Questa impossibilità di una prova concreta, scientifica, tangibile, porta con superficialità la Fibromialgia ai margini di quell’ipotetica gerarchia delle malattie in cui tanti credono.
In politica e nelle istituzioni, soprattutto quelle attuali – in preda a deliri di superficialità e mancanza di conoscenze scientifiche – la malattia entra in punta di piedi grazie al disegno di legge della deputata Paola Boldrini e alla proposta di legge di Matteo Dall’Osso. La prima, soprattutto, punta al riconoscimento della malattia come invalidante, alle campagne d’informazione, e ad alcune norme finanziarie. Sempre in ambito politico, la comunità di fibromialgici ha ricevuto il sostegno di Loredana De Petris, Stefano Fassina, Walter Rizzetto.
Ma la comunità di malate e malati di fibromialgia è stata messa al centro dell’attenzione dalle parole del Pontefice, che dice: “Esprimo loro la mia vicinanza e auspico che cresca l’attenzione a questa patologia a volte trascurata”. Una frase che evoca la necessità di porre la Fibromialgia nel giusto baricentro, malattia bistrattata e, dico ancora, sconosciuta. Perché se è giusto che i mezzi di comunicazione dedichino campagne colossali verso alcune malattie (che comunque sono note alla società, riconosciute dalla scienza, sostenute da progetti politici ed economici), penso sia giusto che anche questa si collochi su un piano di sensibile e concreta attenzione.
Il Papa ha deciso di parlare della Fibromialgia grazie al contributo del vescovo Paolo Ricciardi, delegato alla pastorale della salute, di Don Carlo Abbate, responsabile regionale, e di Edith Aldama, infermiera fibromialgica e referente per l’area delle malattie reumatiche, che hanno contattato il direttivo del Cfu (Comitato fibromialgici uniti) comunicando che il Pontefice avrebbe dedicato alcune parole ai malati di Fibromialgia in occasione dell’Angelus.
A loro tre un ringraziamento per il sostegno spirituale e umano. Per chi volesse sapere qualcosa in più sappia che oggi, come detto, è la giornata mondiale per la Fibromialgia e che alcuni monumenti di Roma si illumineranno di viola (piazza delle Tartarughe, Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio). Non è mai troppo tardi per imparare, per conoscere, per capire.
Aggiornato il 12 maggio 2021 alle ore 12:54