Il virus tra suggestione e realtà

In questa eterna emergenza sanitaria, tra le tante costose idiozie, in termini di risorse umane e materiali, spicca quella del tracciamento. Ossia la ricerca a casaccio, per mezzo di centinaia di migliaia di tamponi quotidiani, dei soggetti positivi al Sars-Cov-2, con l’intento di togliere dalla circolazione il medesimo virus.

Si tratta di un tentativo insensato, dal momento che oramai il coronavirus è divenuto endemico, essendosi saldamente installato anche nella nostra società. Tutto questo anche in considerazione di alcuni studi e rapporti scientifici, i quali dimostrerebbero tale assunto. Già alla fine dell’estate scorsa, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità valutava che almeno il 10 per cento della popolazione del Pianeta era venuta in contatto con il virus; mentre alcuni studi sulle acque reflue di alcune città lombarde accreditavano la tesi secondo cui il medesimo virus circolasse in Italia già nell’autunno del 2019.

Risulta pertanto evidente la costosissima inutilità di continuare a combattere la “battaglia” del tracciamento. Occorrerebbe invece concentrare le nostre energie e risorse nella cura dei malati e nella protezione delle persone deboli, lasciando che nei mesi caldi, in cui questo virus respiratorio non causa patologie gravi, il Sars-Cov-2 circoli liberamente tra la popolazione sana, in modo da creare una barriera naturale alla sua diffusione.

Aggiornato il 07 maggio 2021 alle ore 10:20