
Le due fotografie che hanno maggiormente fatto notizia negli ultimi giorni sono state la solitudine della regina d’Inghilterra dopo la scomparsa del marito e quella di Andrea Agnelli dopo la scomparsa della Superlega. La silenziosa dignità della sovrana colpisce quasi tutti, trasversalmente: mascherina a lutto, sguardo che esprime pensieri apparentemente immaginabili ma che invece nessuno conoscerà mai. Sentimenti intimi e storia di un impero.
Al di qua della Manica c’è l’aristocalcico Agnellino, anche lui seduto, anche lui solo, anche lui triste. Le sue meditazioni sono forse più decifrabili: chi di apartheid tenta di ferire, di apartheid rischia di perire, soprattutto se l’Uefa dovesse attuare il proposito di defenestrare i ribelli. Ora, schiere di psicologi e sociologi dovranno scatenarsi per capire non tanto se, ma quanto tempo i tifosi impiegheranno per dimenticare il tentativo cinico di ignorare quel poco del loro cuore di cui i padroni della sfera, un tempo, tenevano conto. Ma quando si pensa che la fedeltà sia cieca, il ragionamento dei top manager è quello di trattare tutti i prodotti nello stesso modo, i pannoloni come i pronipoti di Omar Sivori. I quali prima si sdegnano, poi assorbono il colpo, quindi tenteranno di dimostrare che, nel mal comune, Inter e Milan sono comunque peggio. Infine, cercheranno una scusa qualunque per rientrare nei ranghi, scordandosi il passato, plagiati da colpi di testa all’incrocio dei pali. L’esperimento è finito male anche se, quando si tratta di nefandezze, occorre aggiungere “per ora” e attendere scorciatoie per la stessa meta.
E se il calcio, per i tifosi, è un mondo parallelo, la politica lo è, ma non si deve dire. Chi tifa ciecamente per un partito, che ha espresso tutto e il contrario di tutto, non è forse simile a chi nega un rigore dopo che un numero dieci è stato spiaccicato in area? Approva forse la prima tesi, o l’antitesi? O per fede incrollabile arriva ad apprezzare ripensamenti a raffica? Chi sostiene ciecamente, ad esempio, i Cinque Stelle che dalla destra salviniana passano alla finta sinistra piddina pensa forse che si tratti di un’illusione astronomica?
A nessuno viene in mente che se i superclub si accordano, ignorando tifosi e squadre umane, la stessa cosa potrebbe avvenire nei corridoi dei passi perduti? E che i tifosi con le maglie sbiadite della politica possano essere tenuti a bada con gli stessi metodi? Come dice? Questo avviene già? E se si facesse lo sciopero del tifo, nessuno allo stadio neanche post-Covid e pay-tv con film e non con gol? Certo che è impossibile, perché quando dissero “panem et circenses” i latini dimostrarono di avere capito tutto subito e, dopo duemila anni, nulla è cambiato.
Ma se, come è certo, non ci saranno defezioni dagli stadi né dagli schermi di casa, questa parabola dovrebbe però insegnare a preferire, almeno in politica, i singoli giocatori, non le squadre. Ammesso che, essendo corretti nel gioco, trovino qualcuno che li candidi.
Aggiornato il 23 aprile 2021 alle ore 10:30