È paradossale. Ora il popolo dei vaccini è diventato più scettico dei no-vax. Secondo l’eurobarometro della Commissione europea il 46 per cento degli italiani è convinto che i vaccini possano causare gravi effetti collaterali, un terzo che possano indebolire il sistema immunitario e il 32 per cento che possano causare la malattia che dovrebbero prevenire. Lo scetticismo è aumentato con i vaccini contro il Covid-19, perché dopo la corsa iniziale lo stop riguardante Astrazeneca e Johnson & Johnson ha fatto crescere una sfiducia caotica. Il risultato è un rallentamento nel piano-vaccinazioni, anche perché ormai le dosi di Pfizer e Moderna non si trovano più.
L’impressione è che le marche, che hanno generato meno problemi, siano state requisite mentre nelle vaccinazioni di massa si utilizza Astrazeneca, che oltre tutto costa 1,78 euro contro i 12 euro di Pfizer e i 14 di Moderna. Insomma, l’impressione negativa è che la massa sia gettata a fare da cavia, mentre non si sa con certezza se chi dovrà fare il richiamo potrà usare lo stesso farmaco o dovrà passerà ad altra sigla. Perché il collegamento con le trombosi c’è, eccome. Non solo per gli sparuti casi riportati dalle statistiche, ma per ciò che detta l’esperienza. E cioè i numerosi casi di persone che si ritrovano a combattere con trombi e problemi della coagulazione, a distanza di mesi, quando nessuno aveva potuto avvertirli delle possibili controindicazioni. Ora, infatti, nel consenso che è necessario firmare, sono espressi chiaramente i rischi trombotici e il consenso informativo del medico curante.
Uno dei pochi che ha parlato chiaramente è stato il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, il quale ha confermato la rarità del fenomeno (ma siamo anche all’inizio delle vaccinazioni) e il collegamento con le manifestazioni: “Quelle trombosi, in quelle sedi del corpo, non sono frequenti. È molto probabile che siano legate al vaccino. Non può essere una coincidenza, un accidente come la caduta di un aereo o il morso di un cane”. Ristabiliamo un po’ di sana casistica, perché si sente davvero la logica di andare al vento. “I medici devono sapere che può succedere e devono sapere quali sono i sintomi e come intervenire oltre a chi sconsigliare o consigliare”, avverte giustamente Remuzzi.
Ma cosa si può fare se in Italia non ci sono alternative e dove sono finite le fiale di Pfizer e Moderna? Chiusi ed esauriti tutti i drive-in, gli ospedali, le case di cura e i punti di somministrazione per cui si poteva optare, cosa dovrebbero fare i medici di base se non dire di “aspettare”? Ora che possono dirlo, perché fino a qualche settimana fa venivano chiamati alla prima vaccinazione con Astrazeneca anche i più fragili e con problemi? Non lo sapevano le case farmaceutiche? O siamo alle solite categorie “protette” nel senso di privilegiate, con la massa a farne le spese? Con la salute non si scherza.
Eppure, questi cittadini che sono andati liberamente ad assumere il farmaco erano i più convinti e motivati, ben lontani dalle fantasticherie dei no-vax. Un popolo anti-stistema che risale agli anni Novanta, diffuso soprattutto sui social dove hanno fatto camminare le loro teorie anti-scientifiche e spesso complottiste. Come quella di Antonio Pappalardo, leader dei Gilet arancioni, il quale ha accusato Bill Gates, patron di Pfizer, di essere al vertice di un progetto eugenetico che attraverso il vaccino vuole controllare la popolazione. Ma come tutte le tesi “complottiste” la smentita arriva dai fatti. Perché ora il vaccino americano è il più richiesto e non si trova, anche se l’Europa promette l’arrivo di 50 milioni di dosi e che entro settembre la maggioranza degli europei sarà vaccinata.
Come abbiamo già rilevato il problema è che, tra contrapposte ideologie e il balzo in avanti degli estremisti del pensiero libero, non esiste più la razionalità e la sintesi. E nessuno si prende la briga di dare serie linee guida: tutto è opinabile, dibattito, fake news. Ma la scienza è fatta di criteri oggettivi. Allora, chi può ricevere Astrazeneca, unico vaccino che circola in Italia? Vero, si può disdire, ma è qui che si crea la confusione. È tutto un “si dice” condito di teorie fataliste, vegane, new age. Risultato: tante persone con problemi hanno riportato conseguenze evitabili e chi potrebbe fare qualunque vaccino è più titubante di un no-vax.
Aggiornato il 16 aprile 2021 alle ore 13:09