I talebani dell’anti-discriminazione questa volta hanno colpito in Belgio ove in linea alla più bieca deriva del “politicamente corretto” una nota casa editrice ha voluto espungere i versi della Divina Commedia dedicati a Maometto in quanto ritenuti inutilmente offensivi.
Noi italiani dobbiamo guardarci bene dal criticare quel che succede in Belgio dopo che abbiamo rasentato il ridicolo con gli episodi della cancellazione di presepi e canti natalizi, ma possiamo almeno consolarci che talune perversioni nel segno della tolleranza regnano ovunque.
Vale la pena ricordare che Dante inserisce Maometto nella nona bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno (canto XXVIII) attribuendogli il peccato di seminatore di discordia, in quanto artefice della divisione della Cristianità. È raffigurato squartato eternamente dal mento in giù da un diavolo armato di spada, come il genero Alì anche lui responsabile di un’ulteriore divisione religiosa, quella sciita.
La pena scelta è sicuramente sgradevole e altrettanto le immagini utilizzate, le viscere che gli pendono tra le gambe, fuoriescono fino a dove si emettono peti e ciò che si “trangugia” si trasforma in feci.
I versi volutamente volgari con cui il Poeta descrive la pena subita da Maometto sono sicuramente forti ma in questo Dante non si discosta dalle idee diffuse nell’Europa medioevale circa l’Islam e circa il suo profeta, dopo la conquista islamica della Spagna e della Sicilia.
L’editore fiammingo ragionando in termini di attualità sostiene che mentre ladri e assassini sono collocati nell’Inferno in quanto hanno commesso errori reali, l’aver creato una religione non può essere considerato altrettanto riprovevole.
Ora è il turno di Dante ma recentemente stesso destino è toccato a Omero, a Ovidio, a Shakespeare, a Chaucer e a tutti i classici nelle cui opere viene intravista discriminazione o violenza.
Messi da parte i grandi temi del pensiero umano, hanno sempre più spazio quelle correnti progressiste che in nome di un non ben definito moralismo stanno mortificando la libertà di espressione. Il perbenismo linguistico oltre a censurare le libere opinioni purtroppo sta soffocando la libertà di studio e sta creando una vera e propria dittatura del politicamente corretto.
A farne le spese è soprattutto l’Occidente che ormai sembra arrivare a odiare se stesso in una sorta di rincorsa in cui il progressismo cerca di de-occidentalizzare il mondo e considera positivo qualsiasi aspetto culturale, sociale e politico delle civiltà non europee e non occidentali.
In un contesto di follia collettiva si vogliono cancellare i film di Disney, peggio quelli di John Wayne, rimuovere statue o coprirle se raffiguranti nudità, condannare esploratori e inginocchiarsi – ultima psicomoda – se la vittima di un sopruso è di colore, solo in questo caso. La nostra civiltà sta saltando in aria come fecero i talebani con i Buddha di Bamiyan.
Scrupoli che si pongono gli occidentali neppure sfiorano il pensiero di taluni dei diretti interessati. Salvator Mundi, il famoso dipinto di Leonardo da Vinci raffigurante il volto di Gesù Cristo pochi anni fa è stato aggiudicato da Christie’s per 450 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte più costosa della storia acquistata da un privato. L’acquirente è poi risultato il principe Bader bin Saud bin Mohammed Al Saud, della famiglia reale saudita. Noi copriamo, il regno islamico per eccellenza, ringrazia, ride e compra.
Aggiornato il 26 marzo 2021 alle ore 10:48