Ambrogio Crespi non è solo il “fratello di...”

Ambrogio Crespi si è consegnato nel carcere di Opera (Milano) lo scorso 11 marzo dopo che il 9 marzo la suprema Corte di Cassazione aveva confermato sei anni di reclusione per il “presunto reato” di “concorso esterno in associazione mafiosa” (nello specifico Ambrogio avrebbe “procurato voti” a favore dell’ex assessore regionale della Lombardia, Domenico Zambetti).

Come accade da anni è ripresa la “narrazione a senso unico”. In svariati hanno scritto, per inquadrarlo ai lettori, “il fratello dell’ex sondaggista di Silvio Berlusconi...”. Ora, capisco che in questo Paese le semplificazioni caratterizzano anche chi scrive di informazione, che la “narrazione a senso unico” ne abbia già fatto un condannato e, quindi, colpevole. Ambrogio Crespi è un italiano perbene, ingiustamente condannato.

Di seguito alcuni elementi utili da divulgare (sempre che si voglia scrivere la verità):

1) Lo scorso 13 marzo è arrivata la conferma delle condanne per l’ex assessore Zambetti ed altri nel processo “voto di scambio” per i fatti contestati nel 2010;

2) Utile sarebbe leggere (è scaricabile della pagina FacebookGiustizia per Ambrogio Crespi) il libro “Il caso Crespi” di Marco Del Freo, al termine del quale potrete comprendere l’enormità dell’ingiustizia che ha colpito Ambrogio Crespi: un innocente condannato per non avere commesso i fatti a lui contestati.

Nello specifico, è fondamentale ricordare:

1) Le telefonate intercettate (tre anni dopo i fatti contestati nel processo) tra il suo principale accusatore ed altri soggetti, Eugenio Costantino (che poi ha ritrattato confessando di essersi inventato tutto per accreditarsi nel contesto criminale, sottoposto a perizia psicologica, non chiesta dalla difesa, che ne delineò la personalità instabile quindi non attendibile);

2) Ambrogio Crespi non ha mai conosciuto il politico (Zambetti) a cui avrebbe “portato voti”. Il momento in cui i due si sono incontrati è stato quando Ambrogio è entrato per la prima volta nel carcere di Opera (Milano) per la “carcerazione preventiva” (durata 200 giorni);

3) Il testimone di nozze di Ambrogio Crespi non è stato il suo accusatore Costantino (come sostenuto dai pm dell’accusa) ma il fratello Luigi (Ambrogio Crespi non si è sposato due volte, come incredibilmente sostenuto dall’accusa);

4) Ambrogio Crespi nel 2010 era in Albania a curare la campagna elettorale dell’attuale premier albanese;

5) Ambrogio Crespi ha realizzato “Spes contra Spem” (l’allora ministro della Giustizia, Andrea Orlando, lo definì un “manifesto contro le mafie” prendendo parte alla presentazione dello stesso al Festival di Venezia);

6) Altri docu-film di Ambrogio Crespi, come “Terra Mia”, sono stati un emblema di resistenza contro la Camorra e le “n’drine”, andando a dar voce a chi resiste a queste logiche criminali proprio a San Luca, in Calabria. A sostegno di “Terra Mia” si è schierato il sacerdote antimafia Don Luigi Merola.

Non esiste un solo riscontro alle accuse rivolte ad Ambrogio Crespi, i suoi docu-film parlano per lui restando splendide storie di denuncia contro tutte le mafie di questo Paese. E decine di dirigenti scolastici hanno creato iniziative, per divulgare queste opere. Potrei continuare, ma non lo faccio. Sono tutti elementi fondamentali, che non si possono ignorare nel racconto della vicenda.

La battaglia civile per Ambrogio Crespi è iniziata la sera del 9 marzo scorso. La pagina Facebook “Giustizia per Ambrogio Crespi raccoglierà testimonianze e contributi per difendere la dignità ed innocenza di Ambrogio e rivendicare, ovunque e a chiunque, la sua innocenza. Se l’Italia non sarà capace di ripristinare la realtà, sarà inevitabile ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo e chiedere la grazia al presidente della Repubblica. Una battaglia di civiltà, non solo per Ambrogio Crespi, ma per tutti gli italiani onesti che, forse, non si rendono conto che “essere condannati da innocenti” potrebbe capitare ad ognuno di noi.

Aggiornato il 16 marzo 2021 alle ore 12:33