Finché la Berti va

Dimostrare di non aver guardato Sanremo è la vera mission impossible. Da decenni gli olimpionici della mediocrità prendono le distanze dalla putrescenza rivierasca, ma non ce la fanno a trattenere le critiche a quello che negano di aver visto. Se non di sfuggita, passando verso la cucina, passando verso il bagno. Un popolo di gastro-incontinenti che sa tutto. E giudica tutto schifoso, soprattutto i costumi: meno male che c’era l’Orietta Berti.

Chi ha studiato i fondamenti del giornalismo francese sa che questo si fonda sul fait divers, il fatto diverso. Come gli altri, del resto, mais les français… ebbene, il fatto diverso è la voce bertiana: impostata molto, molto più rétro della barca va, quasi per allungare le distanze dalla macabra carnevalata. Generazioni dai baby boomers fino alla X e persino parte dei millenials si ritrovano trincerate intorno a una istituzione universal-padana, finora raramente apprezzata dai nativi post-bellici. Perché la scelta è fra musica e piume. Alla totale assenza di autori, si risponde con sceneggiate all’insegna della trasgressione pianificata, ossimoro escludente.

Così la musica è finita, ma gli amici non se ne vanno. Non tutti, almeno. Perché la cucina, perché il bagno, perché le piume, perché a che punto siamo arrivati, perché chi è questo, perché ma ancora canta. Perché Sanremo è Sanremo, dogma esistenziale. E se abbiamo tifato per squadre tedesche allo stop del nostro campionato, possiamo anche infervorarci per un pennuto contro un tatuato. Non ricordiamo il nome, men che meno come fa la canzone, visto che ora la canzone non fa più. Oggi metà Italia sta dicendo “che pa..e, finalmente è finito”. L’altra metà dice “che pa..e,  in Rai se ne parlerà ancora per un mese”: fra le due fazioni, un’interiezione comune.

Ma questo pezzullo, volutamente scritto ore prima della premiazione, prevede finti trionfini per tre big artificiali e un contentino per i fan dell’ultima donna che riconosce una chiave di violino. I quali sfideranno le norme anti-Covid per una adunanza oceanica sediziosa, in via dei Ciclamini. Al centoventitré.

Aggiornato il 08 marzo 2021 alle ore 09:37