Sono migliaia le persone che ogni anno scompaiono in Italia senza lasciare traccia. A fare il punto della situazione è la 24esima relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, pubblicata in questi giorni. Innovando rispetto alle precedenti relazioni, che erano semestrali, il Commissario, Prefetto Silvana Riccio, ha presentato il bilancio dell’attività svolta nel corso dell’intero 2020, corredata da analisi puntuali, consentendo in tal modo una lettura più completa e meno parcellizzata del fenomeno.
L’analisi dei dati evidenzia che anche nel 2020 la forbice fra numero degli scomparsi e numero dei ritrovamenti si sta progressivamente restringendo. È un dato certamente positivo, che avvalora l’efficacia delle strategie messe in atto e che sono il frutto di un’azione che ha visto impegnati numerosi soggetti, quali forze dell’ordine, istituzioni, organismi pubblici e associazioni di volontariato. In ciascuna provincia il prefetto è tenuto a redigere un piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse nel quale sono chiariti i compiti di tutti i soggetti coinvolti. Le linee guida per la redazione dei piani provinciali sono dettate dal Commissario, nell’esercizio delle sue funzioni di coordinamento.
Nonostante l’impegno profuso e i risultati ottenuti, nel corso dell’anno da poco concluso sono state 13.527 le denunce di scomparsa, di cui 6.054 sono riferite a persone ancora da ritrovare. Anche se siamo lontani dai picchi storici del 2016 e 2017, quando le denunce erano abbondantemente oltre le 20mila, il fenomeno continua a destare preoccupazione. Per affrontarlo più efficacemente, il Commissario Riccio ha posto l’accento oltre che sulle attività di ricerca anche sulle strategie di prevenzione. Un Protocollo firmato con il Dipartimento per la famiglia della Presidenza del Consiglio si prefigge proprio di adottare iniziative a tutela dei minori d’età, che da soli rappresentano oltre il 56 per cento dei casi di scomparsa.
L’attività del Commissario è supportata dalla Consulta per le persone scomparse, in cui è forte la presenza delle associazioni che rappresentano i famigliari degli scomparsi. Nel corso dell’anno, la Consulta ha formulato proposte e suggerimenti che sono spesso il frutto di esperienze concretamente vissute. Un’esperienza di partecipazione che dimostra di ben funzionare e che potrebbe essere presa ad esempio ed essere estesa anche ad altri settori dove si decidono le politiche pubbliche.
La relazione presentata in questi giorni getta anche lo sguardo sulle prossime iniziative da assumere e sulle quali si sta già lavorando. Fra queste, vi sono la trasmissione di uno spot televisivo su cosa fare in caso di scomparsa e la diffusione di fotografie di giovani di cui si sono perse le tracce. Il sito istituzionale dell’ufficio del Commissario, costantemente aggiornato, pubblica il testo integrale della relazione e altre notizie d’interesse su questo fenomeno.
Aggiornato il 18 febbraio 2021 alle ore 13:41