
“L’incostanza, modificare continuamente la situazione crea uno stato di confusione e spossatezza, fino a minare la salute psicologica”. Così Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa) dice no al ritorno frazionato alle lezioni in presenza, per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
“Il pericolo maggiore è l’instabilità emotiva non la perdita relativa di nozioni, perché queste ultime si possono recuperare, mentre se nei ragazzi si mina la sicurezza e la stabilità, si danneggia la struttura per pensare” spiega Lucattini.
“La prima conseguenza possono essere i problemi di attenzione e concentrazione con una minore capacità di apprendimento e quindi un rendimento scolastico più basso; la seconda sono l’instabilità dell’umore e i comportamenti trasgressivi o ‘di ritiro’ ed evitamento, come per esempio organizzare feste con troppe persone o non uscire affatto di casa in attesa che finisca l’emergenza”.
Un altro fatto importante è “la costanza dell’oggetto” sottolinea l’esperta. “La costanza delle cose è un elemento fondamentale per la salute mentale: è la sicurezza che la mamma dà al bambino attraverso la sua presenza stabile fin dai primi anni di vita, che anche da adulto gli dà un senso di protezione dall’interno e lo induce a ricercare la regolarità e il sano ripetersi delle cose buone che permettono di sentirsi sicuri, reattivi rispetto alle difficoltà, pronti e solidi”.
“Cambiare continuamente le carte in tavola senza una prospettiva temporale precisa porta invece ad avere una sensazione di pericolo, moltiplica l’incertezza e la paura – precisa Lucattini - quindi sarebbe meglio mantenere un’unica realtà una volta che sia mutata ossia scegliere possibilmente una situazione che rimanga la stessa per tutta la durata dell’emergenza”.
Aggiornato il 08 gennaio 2021 alle ore 12:47