Dissalazione, tra costi e benefici

Sulla vostra testata è stato pubblicato il 16 dicembre u.s. un articolo dal quale traspare, da un lato, l’interesse per il nostro impianto di produzione mobile d’acqua dissalata, e dall’altro l’interrogativo dell’autore su quali siano i costi della dissalazione a terra (mobile, o “off shore”), anche in comparazione a quelli connessi agli impianti di dissalazione a terra (fissi, o “on shore”). Raccogliamo volentieri l’invito a rendere evidenti ai vostri lettori i termini economici del confronto tra le due diverse soluzioni.

I tempi e l’iter

A) Realizzare un impianto di dissalazione su di un’isola, richiede, nell’ordine e salvo omissioni, l’input politico-decisionale, ed a seguire i dovuti approfondimenti amministrativi, geologici, archeologici, acustici, sanitari, paesaggistici, strutturali, la verifica preventiva dell’impatto a mare, la disponibilità dei terreni, la gara d’appalto, la successiva fase di gestione dell’impianto, etc.: in sintesi, dalla decisione iniziale al primo mc di acqua potabile prodotta dall’impianto a terra, trascorre necessariamente un tempo molto lungo, che compromette la tempestività e l’efficacia dell’intervento.

Il tutto su di un’isola minore il cui perimetro terrestre e costiero gode, in Italia, di particolari e meritate norme di salvaguardia ambientale (tant’è che gran parte delle isole minori sono classificate come zone di protezione speciale, siti di interesse comunitario, aree marine protette, riserve naturali terrestri, etc.), ed è abitata per dieci mesi circa da poche centinaia di persone, mentre solo d’estate da alcune migliaia, tra residenti e turisti.

B) Realizzare un impianto di dissalazione mobile, al confronto, è molto più rapido e vantaggioso: con il giusto know-how, circa sei/sette mesi dall’input, senza che l’Amministrazione debba reperire ed impegnare capitali iniziali. L’assenza di impatto ambientale a mare ed a terra poi, è a nostro avviso una delle ragioni che ha indotto il Ministero dello Sviluppo economico ad approvare il progetto del Dissalatore Marino Mobile di Marnavi nell’ambito del programma europeo “Horizon 2020”, unitamente all’ottimizzazione dei consumi energetici, rispetto a quelli dei dissalatori on shore.

 I costi

Quelli relativi ai dissalatori a terra sono poco noti ai più: gli scarni dati resi pubblici parlano di decine di milioni di Euro (si veda il caso del dissalatore di Lipari, che dopo oltre undici anni dalla sua ultima ricostruzione, ad oggi non risulta ancora terminato).

Il costo connesso alla realizzazione e funzionamento di un dissalatore mobile dipende dall’entità della fornitura richiesta e dalla durata del servizio: certo è, che più ampia è la durata del contratto, più sono le isole cui è dedicato, più si raggiunge l’economia di scala e quindi meno costa unitariamente un mc d’acqua potabile.

Analogamente, potendo un solo dissalatore mobile essere condiviso da più isole, dissalare da terra riteniamo che avrebbe un costo certamente superiore. A ciò bisogna aggiungere i costi del gasolio necessario per l’alimentazione energetica di un dissalatore fisso sull’isola (con il necessario viavai di cisterne e autobotti che lo trasportano da terra), in parte a carico della comunità isolana, e per altra parte spalmati sulle bollette elettriche di tutti gli utenti italiani, in virtù di un meccanismo perequativo previsto dalla legge.

In conclusione, siamo disponibili a partecipare ad un tavolo tecnico di confronto con le amministrazioni interessate, sicuri di poter offrire agli utenti del servizio idrico un’alternativa vantaggiosa in termini economici, più competitiva, più innovativa e più sostenibile sotto il profilo ambientale.

Idroambiente s.r.l.

Aggiornato il 23 dicembre 2020 alle ore 17:35