
“Festeggiare è un antidoto contro la depressione, oltre che un’arma per combattere tristezza e ansia da pandemia”. Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista di Roma, invita a riflettere sull’importanza di celebrare il Natale. “Le ricorrenze in arrivo sono un’ottima occasione per uscire dalla palude mentale nella quale siamo finiti per colpa del coronavirus, la ‘Covid-swamp’” avverte l’esperta della Società psicoanalitica italiana (Spi) e dell’International psychoanalytical association (Ipa).
“Il Natale va onorato a tutti i costi, perché il modo migliore per superare le situazioni angosciose è proprio riattivare la progettualità, rispettando tutti i rituali – spiega Lucattini – dal fare l’albero all’allestire il presepe, dal preparare pranzi e cene, anche se per pochi, al comprare i regali, all’indossare un vestito elegante, insieme al programmare per esempio le vacanze estive. Sono tutte attività che rappresentano un ponte tangibile verso il futuro e la normalità, dopo la crisi che ha sconvolto il mondo”. Inoltre, “fare festa in sé è antidepressivo – sottolinea la psicoanalista – poiché attiva uno stato d’animo diverso: è come se si accendesse il file festeggiamento e, quando entriamo in questa modalità, siamo più rilassati e contenti”. Perciò “bisogna superare la difficoltà iniziale, il chi me lo fa fare e non lasciarsi andare all’apatia, perché rimanere soli immalinconisce, fa sentire orfani, senza amici o privi di un rifugio sicuro in cui stare”.
C’è poi sempre in agguato il fenomeno del “Christmas blues”: “Il Natale è di per sé un momento di bilanci in cui pensiamo a quanto abbiamo realizzato ossia se siamo soddisfatti di noi stessi oppure frustrati perché non abbiamo raggiunto determinati obiettivi – fa notare la psichiatra – così è facile provare tristezza e anche rabbia: infatti in questo periodo è stato statisticamente rilevato un aumento del numero dei suicidi”. Ogni popolo ha il suo Christmas blues che corrisponde alla festa più sentita: in Brasile, per esempio, è il Carnevale, mentre nei Paesi ortodossi è la Pasqua. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, quest’anno la depressione sarà il disturbo mentale più diffuso e la seconda patologia più frequente dopo le malattie cardiovascolari. “La creatività, invece, funziona anche per chi soffre di problemi psicologici perché non esistono malattie mentali al 100 per cento e i soggetti fragili hanno sempre una parte sana (che può arrivare anche al 70 per cento nei pazienti meno gravi) che deve essere valorizzata – precisa Lucattini – se si attinge alle proprie risorse interiori, questa parte sana si attiva e si rinforza, impedendo che gli aspetti depressivi o meno funzionanti della personalità prendano il sopravvento”. Un buon metodo, suggerisce Lucattini, è “puntare sugli investimenti parziali: se per esempio si hanno delle belle amicizie, ne beneficiano anche i rapporti familiari e lavorativi. Dobbiamo immaginare il nostro mondo interno come la casa: accendiamo un interruttore e si illumina tutto”.
Aggiornato il 14 dicembre 2020 alle ore 11:40