Il trionfo delle buffonate ai tempi del Coronavirus

Il mese di dicembre, a causa delle molteplici festività darà la “buona scusa” per poter dire a gennaio che siamo nella terza ondata del virus. Verranno incolpati i cittadini italiani di non saper stare al loro posto (chiusi in casa), di non avere a cuore il “bene comune”, la salute quantomeno degli altri. Non vedo l’ora che accada, perché mi va proprio di dire “ve lo avevo detto”! Ormai i nostri governanti sono di facilissima lettura, di una prevedibilità unica e ipocriti felici, secondo l’idea di Max Beerbohm. A Roma direbbero “avete la faccia come il sedere”. L’idea più balzana e surreale è quella della Santa Messa di Natale anticipata alle 22. Giustamente! Avendo in circolazione un virus iperintelligente e stratega – sappiamo che preferisce circolare dalle 6 del mattino fino alle 22, poi va a nanna a sognare come decimarci il giorno dopo – è ovvio che lo stesso virus andrebbe in Chiesa, ad infettare quei tre gatti rimasti. Allarme spostamenti per Capodanno, il virus va a sciare così come gli italiani, pieni di soldi, che non vedono l'ora di raggiungere le più note località sciistiche del nord Italia e all'estero. E facciamolo un altro Black Friday! Il trionfo della festa delle povertà e di quanti avendo buchi mentali e dell’anima, cercano di mettere una toppa con le buste e le veline colorate che fanno intravedere le punte – chissenefrega di cosa cìè dentro – come nuvole di fumo d’oppio, un po’ di felicità. Mentre ci illudiamo così di pagare meno il nostro piumino o il nuovo forno a microonde, si contano le file dietro alle vetrine di certi negozi, poco griffati, ma non quelle che si allungano dietro ai Caf (Centri di assistenza fiscale), dove si cerca di accaparrarsi quei quattro soldi per poter arrivare a fine mese. Soldi che si fa una fatica micidiale anche a richiedere, perché devi dimostrare che hai avuto un crollo finanziario da marzo a maggio di questìanno o da settembre a novembre rispetto agli stessi mesi di uno e due anni fa. Ma va? A quale genio sarà venuta questa idea.

La terza ondata arriverà, perché c’è bisogno di vittime, ci servono lenta la nostra fine, ci dicono che è per il nostro bene, con voce suadente. Un buon modo per non dare i soldi ai negozianti, ai ristoratori, ai proprietari di circoli sportivi, agli imprenditori, che sono finiti sul lastrico, che hanno chiuso le attività, perché questi soldi non arrivano mai, non li vogliono dare, è tutta fuffa. Parole buone, parole che nascondono un vero e proprio ricatto: o ti farai quel vaccino oppure non potrai più andare nei bar, nei locali, al cinema, persino in ospedale se starai male, di una malattia come un cancro, un ictus, il diabete, insomma le malattie comuni, quelle che non risparmiano nessuno. Chissenefrega se il vaccino viene fatto in quattro e quattro otto, senza la possibilità di poter provare che funziona senza controindicazioni mortali. Alcune cure sono state frutto di casualità, come la scoperta della penicillina. Ma siamo nel terzo millennio e dovremmo avere più certezze che dilemmi, un atteggiamento prudente prima di dare giudizi, specie se non sei un medico, un vero virologo, se lavori in altri campi e questo proprio non è il tuo, ma consigli, blateri su cose che non sai e che non saprai né capirai mai, perché non hai studiato Medicina e perché non hai anni di esperienza di laboratorio, dove sei rimasto chiuso, senza badare alle festività, agli orari, per trovare soluzioni comprovate dai risultati, nel tempo. Straparlare per dare fiato alla bocca, inutili sordide parole affidate a un banale tweet, per confondere ancora di più le persone. Un po’ di silenzio sarebbe gradito. Chiudere la bocca a certi soggetti dovrebbe essere un obbligo per legge per far parlare, quando è il caso, chi ha i titoli per farlo, per affermare certi concetti, basati sulla verità.

Il virus sembra prediligere le persone di potere – che guariscono magicamente in tre giorni – e gli anziani, quelli che da anni stanno mantenendo con le loro pensioni le proprie famiglie, sempre più inguaiate economicamente. Da anni l’economia e il mondo del lavoro sono in crisi. Un virus classista, narcisista, snob. Ma riapriamo i negozi al posto di inviare denaro, a cadenza mensile precisa, così poi possiamo dire: “In troppi a fare shopping!”. Delle due l’una: o non sapete cosa state facendo oppure c’è un piano tragico, che nemmeno i nostri politici più arguti potevano partorire, ma a cui si stanno adattando. Ci propinano dati fasulli, cumulando tutti gli ammalati di qualcosa, definendoli contagiati di Covid. Tirano fuori idee strampalate sulla scuola, sul presente e sul futuro, sulle piste di sci, come un contentino. Ma è una trappola! Come le vacanze estive, foraggiate con 500 euro, dopo quello che avevamo passato, per potersi garantire la seconda ondata che poi è arrivata in faccia a tutti come un boomerang, beccandoci il malessere, le regioni colorate, il virus e pure il rimprovero di questi che hanno alimentato il senso di colpa e la paura dei cittadini.

Ristorare, una delle parole prese in prestito da questo Governo, un altro miraggio nel deserto di idee di questi governanti. Significa dare riposo a chi ha un carico di lavoro duro, a chi è affamato e si sente fiacco, spossato, stanco. Quindi arriva qualcuno che può rifocillarti, darti un po’ di tregua, un po’ di forza momentanea, per crearti l’illusione che tutto può funzionare meglio, e dopo puoi tornare in pista. Ma se lavoro non ce ne è, se non ci sono le condizioni per poter ritornare alla normalità, il ristoro non è un premio produzione, è una fregatura. Una caramella che dai a chi non mangia da settimane. Il cashback, iniziativa del Governo per incentivare il pagamento non in contante. In Cina fanno così, per controllare meglio chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo, cosa compriamo e a che ora: 150 euro per Natale, l’extra cashback, questa elemosina è un'offesa a tutti i cittadini che ne usufruiranno per disperazione.

La prova provata del fallimento di questa Amministrazione, incapace di aiutare veramente gli italiani, con un cambiamento radicale dello stile di vita, che necessitano di ritrovare la dignità nel lavoro, tutti i giorni, uscendo da casa, finché ne avranno una – perché anche quella sta per diventare un miraggio – per andare nelle aziende, negli uffici, nei negozi, nelle palestre, nei ristoranti, per le strade – non dimentichiamo gli ambulanti – per dare una spinta morale e un colpo di reni alla nostra creatività, che non ha pari, anche nel macabro.

@vanessaseffer

Aggiornato il 30 novembre 2020 alle ore 13:07