
Il noto autore di libri intempestivi sull’epidemia Covid, l’onorevole Roberto Speranza, in una intervista in qualità di ministro pro tempore della Salute, ha dichiarato che “la situazione dell’Italia è ancora difficilissima” e “negli ospedali c’è troppo affollamento”. Ipotizziamo che non si riferisse certo al personale medico, che soffre di gravi carenze negli organici, vista la cronica assenza di una efficace programmazione ministeriale che ha ridotto il personale sanitario ad un numero ormai insufficiente a gestire il quotidiano, figuriamoci l’emergenza da pandemia. Non crediamo che abbia voluto fare riferimento ai malati che, proprio in quanto tali, se vengono ricoverati in ospedale evidentemente o soffrono di qualche seria patologia o sono da considerarsi scellerati, visto che altrimenti ben potrebbero rimanersene a casa e frequentare col pensiero luoghi di spensieratezza quali cinema e teatri, al netto ovviamente delle loro chiusure imposte da sua eleganza, l’ex pochette a quattro punte del popolo.
Dobbiamo dunque intuire che per “troppo affollamento” intendesse riferirsi ai parenti, congiunti e affini che si recano in visita in ospedale per cercare di portare ai malati un po’ di conforto, e magari una bottiglia di acqua, elemento questo razionato per non stressare troppo la spesa pubblica già gravata dal poltronificio delle nomine e degli incarichi ai cosiddetti esperti. Poi però capita che in ospedale a Salerno i parenti si trovino di fronte alla notizia che il loro congiunto è morto. E anziché prendere consapevolezza dell’illuminato pensiero del “troppo affollamento”, in un luogo che non dovrebbe essere affollato come una metropolitana nell’ora di punta, cioè sempre, decidono di scagliarsi contro chi impedisce loro di raggiungere la stanza dove era ricoverata la donna deceduta, peraltro positiva, sembra, al test anti Covid. Film già visto e finale non sorprendente: medico aggredito verbalmente, intervento dei carabinieri, forse un deferimento alla autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio e violazione delle direttive anticontagio.
Ha ragione il citato autore del libro “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”, introvabile nelle librerie non perché esaurito, ma perché necessitante di un aggiornamento capace di sfrondarlo di qualche corbelleria scritta forse a cuor leggero: gli ospedali sono troppo affollati. E se mentre liberiamo gli ospedali dal via vai magari aumentassimo anche la vigilanza a tutela dei ricoverati, dei medici e di tutti gli altri operatori sanitari? Così, tanto per evitare di deliziarci ancora con il film già visto delle aggressioni. Il passaggio da eroe a martire è un apostrofo nero scritto tra due parole: tolleranza zero.
@vanessaseffer
Aggiornato il 03 novembre 2020 alle ore 11:25