
Prima di invocare i Patti Lateranensi o di proporre la scomunica latae sententiae per il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, vediamo di capire cosa è successo. Ha chiesto e ottenuto di adibire la cappella dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina a ricovero per pazienti Covid, dopo aver espletato ogni azione necessaria: dall’aumento dei posti letto all’interno della struttura ospedaliera, al trasferimento di reparti presso gli altri presidi aziendali di Terracina e Fondi.
Non buttiamo la croce addosso. Forse l’esempio avrebbe dovuto prevedere altro simbolo, ad un manager capace che si è trovato ad affrontare con grande coraggio questa emergenza. Non va dimenticato che l’area pontina ha rappresentato, sin dall’inizio, una autentica criticità per questa epidemia nel Lazio. A lui la scelta di “chiudere” Fondi durante la prima ondata del Covid, una scelta coraggiosa e antesignana di altre in Italia e che non gli ha risparmiato critiche accese e magari anche qualche minaccia fisica. Una persona capace e determinata in un territorio difficilissimo. Facciamo in modo che non venga scomunicato, tanto lui nell’ “inferno” pontino si trova già.
@vanessaseffer
Aggiornato il 29 ottobre 2020 alle ore 10:31