Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci; al direttore dell’Ente Nazionale Aviazione Civile Comune di Pantelleria e al Comando “Antonino Siragusa” dei carabinieri.
Mio presidente, a Pantelleria, adesso, gli aeromobili con i rispettivi passeggeri in Continuità territoriale, al tempo di coronavirus, partono in anticipo lasciando i passeggeri a terra, non solo quelli “trattati” a tariffa tipologica “illness”, visto il regime dell’articolo 36 l. 144/’99, ma anche quelli, abitanti di Pantelleria, che si dicono siciliani, italiani e magari europei.
Pare che gli uffici del sindaco di Pantelleria, quelli: sanitario, marittimo, aereo e della frontiera d’Italia o della periferia d’Europa, abbiano ad applicare lo stato d’emergenza da decreto di Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei ministri, responsabile dello stesso Usmaf pantesco, quello diversamente “covid-free” propagandato nel locale Ente a dirigenza grillina, così da anticipare il volo DX1822-12ELY9. Il fatto è che gli ufficiali dell’Enac e della Gap non hanno avvisato, anzitempo ed in preda a quale terrore - mi chiedo - il comandante del volo per Palermo delle ore 9,40 di un passeggero a terra - me medesimo - tanto da fargli chiudere i portelloni alle ore 9,24 e quanto da farlo recare in pista alle ore 9,33 - come potrà confermare il responsabile operatore aeroportuale Tinnirello e/o Raffaele nonché il carabiniere presenti - e benché alla mia richiesta, proferita alla responsabile dei servizi a terra, di chiedere al comandante dell’aeromobile in capo il “permesso di salire a bordo” mi è stato risposto che “non è possibile”.
Mio presidente, perché a Pantelleria non è possibile chiedere e con cortesia, possibilmente, rispondere nei 20 minuti che sono mancati alla mia partenza?
Com’è possibile, mio presidente, che gli ufficiali e/o dirigenti siciliani, minacciati o preoccupati dal “virus”, vogliono scappare dalle piccole “isole della Sicilia dotate di scali aeroportuali” anticipatamente la partenza delle ore 9,40?
Com’è possibile che c’è qualche sottoposto a questi, nella gravità del Suo lavoro, che crede di essere più reale, in diritto del passeggero, dell’Uomo, anche se fosse, non “purtroppo”, ultimo o solo “uno” di origine pantesca o italiana, se non un siciliano proveniente dalla “periferia” della nostra Comunità europea (vedi reg. CE 1008/2008)?
Che dirti, Nello, se non che questa applicazione delle leggi costituite della Repubblica, nei modi che a memoria io e te, ricordiamo “pantese”, mi fa schifo ed umanamente, in diritto del mio movimento da passeggero, mi fa incazzare. Che dire se non che, quello che accade nel nostro isolano e piccolo ente locale siciliano, qualcuno riferisce ancora alle Autorità quello che i residenti panteschi tutti, noi, “cittadini di serie A”, hanno da dire, come questi fatti che ho da esporre, al mio comandante in capo.
Che dirti ancora mio presidente, si possono così amministrare gli “oneri a servizio pubblico” destinati agli abitanti delle tue piccole isole siciliane, allora come oggi, con cura?
Sicuro di un tuo prossimo interessamento sulla “continuità” che fu anche di Nino Sospiri, tradita in “Conferenza dei servizi”, ti giungano i miei più affettuosi e sinceri saluti da Pantelleria.
Viva l’Italia!
Aggiornato il 07 ottobre 2020 alle ore 13:25